L’economia in Tv, troppi slogan e poca specificità
Gianluca Timpone: uno dei volti spesso ospite del piccolo schermo per parlare di temi legati all’economia delle famiglie italiane
E’ uno dei volti più presenti nei dibattiti televisivi quando si parla di economia e più specificatamente del nostro portafoglio domestico. Parliamo di Gianluca Timpone, che vediamo spesso e volentieri ospite di programmi televisivi, sia di reti pubbliche che di reti private, aiutarci a capire come districarci nel labirinto del fisco nostrano. Lui commercialista e tributarista di lungo corso e grande esperienza è diventato ormai un punto di riferimento fra chi, approcciandosi al mezzo televisivo, vuole capire meglio il mondo del fisco del nostro paese. Una specie di traduttore simultaneo rispetto alle leggi fiscali italiane. Lo abbiamo disturbato per chiedergli come sono trattati questi temi dell’economia in tv oggi, ma non solo di questo.
Gianluca Timpone, come è nato il suo coinvolgimento nei programmi economici della nostra televisione ?
E’ nato quasi per caso perchè un giorno parlando con un autore televisivo, mi chiese se mi ero mai cimentato a spiegare alcune tematiche fiscali in Tv gli dissi di no e che comunque non mi sarebbe dispiaciuto farlo. Ricordo che il responsabile economico della trasmissione prima di mandarmi in onda cercò di capire se effettivamente ero o meno padrone della materia facendomi delle domande di cui conosceva già le risposte. Superato questo primo scoglio mi ritrovai ad essere catapultato in uno spazio di approfondimento fiscale con Michele Cucuzza, che con grande professionalità riuscì a mettermi a mio agio tanto da far sembrare il mio intervento, il primo in assoluto, una cosa facile da digerire.
Come è spiegata l’economia oggi in televisione ?
Direi che si parla spesso per slogan senza entrare nella specificità delle singole questioni, il pubblico si appassiona sempre quando si parla di agevolazioni e questioni che possono alleggerire il “pathos” nella loro qualità di contribuenti. Oggi mi rendo conto che anche assolvere all’obbligo di pagare le tasse può essere difficile perchè le norme spesso sono complicate.
Che programmi segue da telespettatore in tv ?
Ricordo che l’appuntamento era quello del pre-serale con l’Eredità di Carlo Conti, per poi immergermi nei dibattiti affrontati nei salotti televisivi soprattutto quelli che vedevano protagonisti Santoro e Vespa, ascoltare e cercare di comprendere le questioni di attualità politica prima ed economica poi è sempre stato per me un bel banco di prova. Altri programmi affascinanti sono poi quelli di Piero e Alberto Angela, che con l’approccio al grande pubblico hanno portato nelle case degli italiani quella storia dell’arte che prima di loro veniva raccontata in maniera noiosa e poco coinvolgente, loro invece riescono a coinvolgere tutti con una narrazione fluida e alla portata di ognuno e con un linguaggio semplice ed efficace.
Qual è l’elemento più difficile da spiegare al contribuente/telespettatore ?
Innanzitutto il telespettatore vuole capire perché debba contribuire alla spesa pubblica e la qualità di essa, cosa che avviene mediante il pagamento delle imposte, che rappresentano la maggior parte del gettito e, essendo pagate per servizi generali e non particolari, non si riesce a vederne l’utilità individuale e spesso nemmeno quella collettiva. Andrebbe spiegato che fine fanno i soldi che paghiamo e che sono frutto di grandi sacrifici e quale beneficio misurabile ne otteniamo e ne ottiene la comunità. Se la gente percepisce che il proprio denaro è sprecato o peggio rubato sarà poco incline a contribuire.
Quanto è complicato il fisco del nostro paese e come lo semplificherebbe ?
I tecnicismi esasperati non aiutano mai nel rapporto fisco contribuente, la gente comune vuole semplificazioni. È vero che la realtà economica è complessa e molto stratificata, ma la produzione legislativa così continua crea solo confusione nei contribuenti. Il fatto che si cambino di anno in anno le norme, anche in materia di imposte dirette, non aiuta alla tranquillità del contribuente, che la vive come una continua rincorsa ad un fisco impazzito e privo di anima. Guardi spesso una stessa norma tributaria letta da dieci colleghi porta a dieci interpretazioni diverse e questa la dice lunga sulla tenuta delle regole che caratterizzano la fiscalità.
Quanta evasione fiscale c’è nel nostro paese oggi e chi evade di più ?
Premettendo che l’evasione fiscale in generale è anche frutto di un approccio culturale sbagliato di noi italiani, indotto spesso dagli addetti ai lavori e dall’assenza di trasparenza nel rapporto Stato- contribuente, non si può additare una o l’altra categoria come quella che abbia più propensione all evasione. Evade chi può farlo, dal dipendente che arrotonda col doppio lavoro, alla partita IVA che non fattura tutto, al piccolo evasore totale sino ai grandi e attrezzati evasori totali e seriali, che forse più spesso ricorrono all’ elusione delle imposte. C’è poi, purtroppo, un sommerso non quantificabile, io comincerei da quello e dall’evasione dei grandi. Per rendere visibili al fisco i piccoli bisogna semplificare e comunicare adeguatamente, specie oggi che siamo chiamati tutti a contribuire al costo della crisi mentre per i grandi occorre creare super specialisti che sappiano prevenire e controllare adeguatamente sofisticate evasioni ed elusioni da parte di grossi gruppi aziendali italiani ed esteri che producono ricchezza in Italia e che si servono dei migliori professionisti. Non ultimo, tutto ciò ha bisogno di una buona dose di coraggio di chi fa politica che non si faccia condizionare dalle lobby
Ha una ricetta per rendere le tasse una cosa più digeribile agli italiani ?
Non c è una ricetta né un farmaco per far digerire l‘imposizione ai cittadini, difficile che a breve i contribuenti sosterranno che sia bello pagare le imposte. La prima operazione a farsi è un’opera di sensibilizzazione che parta dalle giovani generazioni e dalle scuole. Occorre innanzitutto trasparenza nel sostenimento delle spese pubbliche, eliminando sprechi di denaro pubblico in opere inutili e prebende varie. Fatta questa grande opera di carattere comunicativo e culturale, va semplificato il sistema, riducendo drasticamente il numero delle imposte, 2,3 sul reddito, 1 sul patrimonio ed una sui consumi, eliminando quelle a bassissimo gettito, quelle inique e quelle che influiscano negativamente sugli equilibri economici. Inoltre, se non si ristabilisce un rapporto migliore tra rappresentanti e rappresentati, i contribuenti vedranno sempre un’imposizione decisa da un gruppo di burocrati inaffidabili e non dai rappresentanti del popolo. Bisogna far capire che siamo noi coi nostri rappresentanti ad auto tassarci proprio perché la costituzione vuole che le imposte siano introdotte solo con legge
Se dovesse consigliare su cosa investire oggi, cosa consiglierebbe ?
Per gli investimenti dipende molto dagli orizzonti temporali, mi sembra che in giro ci siano tante occasioni per investire sugli immobili, case e terreni hanno toccato in questo periodo il minimo, per cui si possono fare buoni affari investendo sul mattone che a lungo termine potrà dare buone soddisfazioni. Poi penso che nel post Covid qualcosa si muoverà sul fronte dei titoli di società che investiranno nella green economy, aprendo nuovi scenari ora inimmaginabili.
Questione Coronavirus, economicamente parlando abbiamo già raggiunto il punto più basso, o dobbiamo aspettarci ancora il peggio ? Le mosse del governo per aiutare le categorie più colpite da questa pandemia sono sufficienti secondo lei ?
Le misure del governo attraverso i ristori o gli aiuti al momento non hanno dato delle risposte risolutive perchè occorre inevitabilmente invertire, il paradigma e per il 2021 occorrerà necessariamente fare uno sforzo di gran lunga superiore per supportare le piccole e medie imprese, cercando di sgravare il più possibile i costi fissi per le imprese che pesano sulle perdite. Al momento c’è stato un alleggerimento soltanto sui costi dei lavoratori dipendenti del settore privato che sono stati messi in Cassa integrazione. Occorreva chiudere ad esempio al 31 ottobre oppure al 30 novembre i bilanci delle imprese ripagando le perdite subite nella loro totalità. Mi rendo conto che questa misura non è praticabile perchè assorbirebbe tutti i miliardi a noi destinati dall’Europa però , lo Stato potrebbe accollarsi quantomeno i costi fissi che le imprese e i lavoratori autonomi hanno sostenuto in passato e che quest anno non hanno trovato corrispondenza nei ricavi, mi riferisco in particolare modo ai ristoranti, bar, discoteche etc.. con assorbimento totale dei canoni di locazione, delle imposte, e delle varie spese di gestione .
Se dovessero affidarle un programma televisivo tutto suo per trattare i temi di cui esperto, come lo confezionerebbe ?
Ho detto che i programmi che mi piacciono sono quelli degli Angela, che rendono fruibile a tutti argomenti una volta elitari. Si potrebbe ripetere lo stesso copione spiegando l’economia, la finanza e il fisco, nel solco di quanto cerco di fare nelle mie brevi apparizione televisive, usando un linguaggio semplice efficace e senza rendere noiosa la comunicazione, mediante riferimenti storici così come ho fatto nel mio libro, cosa che rende meno noioso l’argomento perchè capire le origini ad esempio di una imposta e della sua destinazione specifica a volte rende meno amara quella pillola fiscale, cosa che rende gli esperti si può trovare un modo simpatico ed efficace che arrivi a tutti.