“Ci siamo, siamo all’ultima puntata di È sempre mezzogiorno. È stato un lungo viaggio durato ben 10 mesi, bellissimo. Davvero una scommessa vinta. Un viaggio accompagnato da questo bosco, che ci ha fatto preoccupare in autunno quando cadevano le foglie e cresceva la pandemia, poi è arrivata la neve dell’inverno che ha spazzato via tante cose. Noi eravamo sempre qui, a tenere compagnia a voi e voi a noi perché è stato stato tutto reciproco e bellissimo. E poi sono tornati i colori della primavera, perché il ciclo della vita è così…”.
Antonella Clerici usa il bosco e l’andamento naturale delle stagioni per ripercorrere col suo pubblico una stagione televisiva non proprio facile, che l’ha vista tornare al timone del mezzogiorno di Rai 1 e riportarlo ai fasti Auditel che furono. Giusto per dare un dato, la penultima puntata – in onda giovedì 24 giugno (fuori garanzia) – ha ottenuto un ascolto medio di 1.918.000 telespettatori per uno share del 18,19%: numeri che sembravano ormai fuori scala per la fascia un tempo più popolare di Rai 1. Una fascia che ha risposto al ritorno della ‘padrona’ di casa. La Clerici parla di questo ritorno tv (tanto voluto dal direttore Stefano Coletta fin dal suo insediamento, con quella ‘dichiarazione d’amore’ arrivata inattesa in una commossa conferenza stampa sanremese), di questo anno vissuto giorno per giorno davanti alla tv e anche di questo programma usando il bosco come metafora: quel bosco che avrebbe voluto davvero intorno, per il quale ha combattuto per averlo in diretta, che – dice – l’ha protetta e che l’ha accolta in autunno con non poche preoccupazioni. La genesi di questo programma non è stata facile e quel “abbiamo iniziato tardi, a fine settembre” è un accenno alle incertezze della vigilia, cui sono seguiti i dubbi del debutto.
È sempre mezzogiorno è iniziato come format sostanzialmente vuoto: un giochino telefonico basato su indizi a doppio senso, dei fornelli e una dispensa. Stop. Non una gara, non una linea di racconto, non un cast di supporto oltre ai cuochi a rotazione. Nel mezzo solo lei, Antonella Clerici, una scenografia ricchissima, costruita a sua immagine e somiglianza, e una regia che ha cercato di supportarla con un controcanto a base di musiche ad hoc. Ma, diciamocelo chiaramente, questo programma è solo merito di Antonella Clerici, di quel mix di spontaneità e professionalità, di onestà intellettuale e schiettezza nei rapporti personali, che creano fiducia davanti e dietro la telecamera. Ne è venuto fuori quasi un ‘one woman show’ alla guida di un cast di cuochi e di amanti/esperti di cucina. Lei direttrice di un’orchestra che si è tagliata su misura. Ne è venuto fuori un programma di intrattenimento sostanzialmente senza format. Arrivata all’ultima puntata di può dire che il programma è lei. Un unicum tv.
Chapeau ad Antonella. Tutto merito suo, tutto meritato, anche se in conclusione, dopo un video che ne ripercorre la stagione, ribadisce come un programma non sia mai merito di una sola persona.
“Il successo non è mio è di tutti noi, perché solo insieme si vince. Grazie a Stefano Coletta che ha creduto in me e in tutti noi, a Simona Ercolani e grazie a tutti voi. Il mezzogiorno è il mio orario del cuore e ci vediamo a settembre”.
La commozione finale non poteva mancare. Ci sta, dopo un anno così. A presto e buone vacanze.
PS. E le perdoniamo anche le luci, va…