Home È sempre Cartabianca È sempre Cartabianca, nomen omen: Bianca Berlinguer porta su Rete 4 lo stesso programma di Rai 3 e non sbaglia

È sempre Cartabianca, nomen omen: Bianca Berlinguer porta su Rete 4 lo stesso programma di Rai 3 e non sbaglia

Cartabianca cambia casa e trova spazio su Rete 4. Muta il titolo, ma è sempre lo stesso programma. La recensione della prima puntata

pubblicato 6 Settembre 2023 aggiornato 23 Novembre 2023 11:42

La premessa con cui si apre il programma è chiara: “Ci auguriamo di non deludere chi ci ha seguito finora, ma ci auguriamo anche di conquistare tanto nuovo pubblico, quello che da sempre è affezionato a Rete 4”. A pronunciare queste parole è Bianca Berlinguer, che ha aperto così la prima puntata di È sempre Cartabianca. Questo, infatti, è il titolo che, passando a Mediaset, ha assunto il programma della storica giornalista Rai.

Nulla, al di là del titolo e dello studio (indubbiamente più bello di quanto mai avuto su Rai 3), apparentemente però sembra cambiare. Si parte con Mauro Corona, immancabilmente in collegamento da Erto. Coma da tradizione, il collegamento porta con sé il rientro in cuffia della propria voce per Corona, che fa notare ripetutamente il disguido tecnico. Per questa prima puntata, però, lo scrittore dimostra pazienza e anche la Berlinguer è pronta a riderci su.

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“Come va, peggio di quanto stavamo fino a giugno? È peggiorata la situazione?” chiede al suo compagno di viaggio. Al “per adesso sì” di Corona, pronunciato a fine collegamento, la giornalista sorride divertita: “Ah pure peggiorata, andiamo bene”. I problemi tecnici, legati sempre all’audio, fanno saltare anche il secondo ospite di puntata, Oscar Farinetti, con il quale la Berlinguer si scusa:

Mi scuso tantissimo con Oscar Farinetti – anche se io non c’entro niente con questo collegamento malriuscito – perché lo avevano chiamato tantissime altre trasmissioni televisive. Aveva scelto di venire da noi perché comunque vuole bene a me, vuole bene a Mauro Corona.

Superate dunque le difficoltà iniziali legate ad alcuni inconvenienti di natura tecnica, la navigazione di È sempre Cartabianca procede senza intoppi, seguendo un canovaccio consolidato. C’è l’intervista al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, condotta da Berlinguer, che si lascia affiancare da Annalisa Chirico. C’è un ampio blocco dedicato ai più svariati temi, a cui prendono parte Flavio Briatore, Mario Giordano, Stefano Cappellini e Debora Serracchiani.

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Prima del finale dedicato alla guerra in Ucraina, con il professore Orsini e Alessandro Cecchi Paone, si parla anche del tema delle violenze. Bianca Berlinguer recupera le dichiarazioni di alcuni degli imputati e le arringhe degli avvocati difensori dello storico Processo per stupro trasmesso dalla Rai nel 1979, confrontandole con i commenti social ricevuti dalla ragazza vittima di stupro a Palermo. Si introduce, poi, in chiusura del blocco la testimonianza in studio di una donna vittima di abusi all’età di 13 anni.

La testimonianza in studio di una persona comune per affrontare un tema di stretta attualità forse è l’unico vero e minimo accenno di novità visto in più di tre ore di trasmissione. Non sorprende dunque che si sia scelto di chiamare il programma È sempre Cartabianca perché i telespettatori si trovano di fronte a ciò che fino a pochi mesi fa andava in onda sul tasto precedente del telecomando. Ora non resta che capire se quanto offerto da Bianca Berlinguer soddisferà il gusto del pubblico di Rete 4. La giornalista, forse in accordo con l’editore, sposta un primo bilancio fra “minimo sei mesi”. Per ora la scelta di non mutare sembra apprezzabile almeno per coerenza e per il risultato prodotto, una prima puntata piacevole e senza inciampi, se non quelli tecnici.

È sempre Cartabianca