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Duisburg – Linea di sangue, il film-tv accusato di aver distorto l’immagine della Calabria e dei calabresi

Numerose polemiche dopo la messa in onda di Duisburg-Linea di sangue su Raiuno, accusato di aver portato in tv una rappresentazione errata della Calabria

pubblicato 23 Maggio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 19:27

Duisburg-Linea di sangue non ha messo d’accordo le istituzioni, nonostante i suoi nobili intenti. Il film-tv trasmesso da Raiuno ieri sera, 22 maggio 2019, ha infatti ottenuto delle dure critiche su come la Calabria, da cui provenivano gli esecutori della strage del 2007 in Germania raccontata nella fiction, ne sia uscita fuori.

A dirlo il Presidente della Regione Mario Oliverio, che in una lettera indirizzata all’amministratore delegato della Rai, ovvero Fabrizio Salini, ha espresso tutto il suo disappunto. “Mi ritrovo costretto”, scrive Oliverio, “a esprimerle un formale disappunto e la mia profonda indignazione per la rappresentazione errata e distorta data della Calabria. Non ho ritrovato nessun elemento reale in questo racconto che -con colpevole superficialità- avete voluto propinare al pubblico italiano”.

Secondo il presidente della Regione il film-tv pecca nell’aver portato in tv “l’ennesima rappresentazione densa di luoghi comuni, banalità, frasi fatte, stereotipi che si è voluto dare della Calabria: terra retriva, irrimediabilmente assorbita dalle logiche criminali, persa in un destino che la condanna alla subalternità, alla marginalità e alla perdizione perenne”.

Duisburg-Linea di sangue avrebbe così alimentato lo stereotipo di “una immagine sommaria e inaccettabile, perché non rispondente alla realtà, della Calabria e dei calabresi”. Oliviero critica anche la confezione del film-tv. “Mal confezionato”, dice, “con errori marchiani: un treno targato ‘Regione Puglia”, espressioni dialettali mai utilizzate nella mia regione, riferimenti ad usi e costumi, a tradizioni enogastronomiche completamente fuori luogo”.

Il presidente fa riferimento anche alla notizia, confermata dalla produttrice Laurentina Guidotti, che il film-tv non è stato girata a San Luca, la località in Calabria considerata “capitale” della ‘ndrangheta, dopo alcune lettere minatorie che sconsigliavano l’arrivo della troupe.

Anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, ha voluto dire la sua, con una lettera indirizzata, questa volta, ad Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction:

“La nostra è una comunità composta, nella sua stragrande maggioranza, da persone orgogliose, oneste e lavoratrici, che con la ‘ndrangheta non hanno nulla a che vedere. Una sottolineatura doverosa oggi più che mai, nel giorno in cui ricordiamo la strage di Capaci e il sacrificio del giudice Falcone, della moglie e degli uomini della scorta”.

Irto si dice inoltre convinto che la fiction “non abbia fornito un buon servizio né alla mia regione, di cui viene proposta una narrazione infedele e forzata, né al Paese, che della Calabria rischia di farsi, ancora più di quanto non sia avvenuto nel passato, un’idea totalmente sbagliata. E’ su questo che intendo soffermarmi, sorvolando sugli altri limiti di ‘Duisburg’: in Calabria si parla il calabrese e non il siciliano; e alcuni dialoghi, me lo conceda, sono ai limiti dell’offensivo. Non possiamo ammettere che si dica: ‘Duisburg è piena di calabresi’ quasi a voler sostenere che ‘i calabresi’ tout court siano soggetti pericolosi o criminali”.

Una polemica su cui entra che Jole Santelli di Forza Italia, vicepresidente della Commissione antimafia, certa che Duisburg-Linea di sangue abbia “cagionato enormi danni di immagine alla Calabria, dipinta in maniera diretta come regione della ‘ndrangheta. Una vergogna, raddoppiata dal fatto che a proporla sia stato il servizio pubblico”.

La Commissione Vigilanza, fa sapere, chiederà lumi alla Rai, ricordando che “da Corrado Alvaro a Giuseppe Berto, da Natuzza a San Francesco, solo per citare alcuni esempi, la storia della Calabria è densa di grandi personaggi della cultura, della religione che hanno dato contributi straordinari al Paese e su cui la Rai preferisce tacere”.

Per ora, dalla Rai non arriva nessuna replica. La Andreatta, però, aveva spiegato in riferimento al cambio location che “c’è la responsabilità di mettere in sicurezza le troupe”. “E, comunque”, ha aggiunto, “in Calabria abbiamo girato ‘Liberi di scegliere’ che è andata in onda poco tempo fa. In Calabria ci sono anche tante persone perbene”.