La stand-up comedy è già stata protagonista di numerose serie tv in passato: The Marvelous Mrs. Maisel è sicuramente il titolo più famoso, ma basti pensare anche a Louie, Crashing, I’m dying up here e The Big Sick per renderci conto che l’idea di portare i comici al centro di una sceneggiatura non è una novità. Allora in che cosa si distingue Drôle-Comici a Parigi?
Facciamo un passo indietro: da metà marzo su Netflix ha debuttato questa nuova serie originale francese, che porta con sé il nome di Fanny Herrero, sceneggiatrice e creatrice di uno dei successi più interessanti oltralpe degli ultimi anni, vale a dire Chiami il mio agente. Sei episodi, per una visione molto veloce e leggera, ma non superficiale.
Perché Drôle-Comici a Parigi è la storia di un gruppo di amici accomunati dal sogno di poter vivere grazie alla stand-up comedy, che praticano bazzicando i vari locali che la capitale francese mette a loro disposizione: ci sono Nezir (Younès Boucif), sul punto di lasciare; Aïssatou (Mariama Gueye), che invece ha appena spiccato il volo; Bling (Jean Siuen), in crisi ed Apolline (Elsa Guedj), l’aspirante comica. Non sono affermati (non ancora, perlomeno) e soprattutto il loro lavoro sul palco è solo una minima parte della serie, che ne esplora le vicissitudini personali usando la stand-up comedy solo come pretesto.
La stessa Herrero ha dichiarato di essere rimasta molto affascinata da questo mondo in evidente espansione anche in Francia dopo essere andata ad assistere ad uno spettacolo dal vivo. Drôle, però, più che domandarsi da dove provengono i pezzi comici con cui i protagonisti si esibiscono, indaga sulle origini dei loro performer.
Ne nasce così una serie che racconta veramente una nuova generazione, senza nascondersi dietro il pretesto del confronto generazionale per coinvolgere anche le fasce più adulte. Drôle è la Parigi di oggi e quella di domani, una città che si muove sempre, in cui il melting pot non è più l’eccezionalità, che non ha paura di ammettere che le differenze sociali esistono ancora ma al tempo stesso non teme di superarle con il linguaggio più semplice al mondo, quello dei sentimenti.
Perché, dicevamo, Drôle-Comici a Parigi si distingue dalle altre serie tv sulla stand-up comedy? Ferrero riesce a trovare il giusto equilibrio tra le curiosità del dietro le quinte della vita di un comico, la sua vita sul palco e le sue aspettative. Riesce, in poche parole, a fare quanto già fatto con Chiami il mio agente: creare un format che sia davvero universale. E che sia compreso davvero da tutti.
Drôle-Comici a Parigi potrebbe essere tranquillamente adattato in molti altri Paesi, proprio come sta accadendo a Chiami il mio agente (a breve sapremo di più della versione italiana). E se fosse questa la chiave di svolta per sdoganare definitivamente la stand-up comedy anche al pubblico più mainstream?
La stand-up comedy degli anni Venti ha appena iniziato a far sentire la propria voce, e siamo certi che sono davvero tanti i talenti che devono ancora emergere. Una serie tv e la sua potenza nell’arrivare nelle case di tutti potrebbe davvero aiutarli a compiere la loro missione: far conoscere un altro modo di ridere e, soprattutto, di incontrare il mondo nuovo.