Dream Productions, dal mondo di Inside Out la prima serie tv Pixar (meno intensa del film): la recensione
Come nasce un sogno, ma soprattutto come può influenzare la vita di ognuno di noi? Da questa domanda parte la prima serie tv Pixar, ispirata al mondo di “Inside Out” (di cui, però non raggiunge la stessa intensità)
Direttamente dal mondo di “Inside Out”, il film il cui secondo capitolo è stato campione d’incassi di questo 2024, ecco Dream Productions, disponibile su Disney+. Non un film, ma una serie tv in quattro episodi, spin-off della “saga delle emozioni”, che si sofferma commessi deduce dal titolo sul mondo dei sogni e su come questi possano influenzare la nostra vita.
La trama di Dream Productions
Nel primo “Inside Out” si erano intravisti di Dream Productions, una sorta di studio cinematografico specializzato nel girare i sogni della protagonista Riley. La serie tv abbandona il quartier generale in cui lavorano Gioia & Co. (che comunque compaiono di tanto in tanto nella serie) e racconta la vita di registi e dirigenti di questi insoliti studi, posizionati sempre all’interno della mente di Riley (in un arco temporale che si trova tra il primo e il secondo film).
Utilizzando la tecnica del mockumentary (ovvero del finto documentario) conosciamo Paula, la regista più famosa dei Dream Productions, che deve la sua popolarità a un sogno fatto da Riley da bambina ma che, ora che sta crescendo, sta pian piano svanendo.
Per Paula serve dunque stare al passo con i tempi e trovare l’idea per un nuovo sogno che diventi un successo: per farlo, però, dovrà affidarsi all’assistente Janelle ed al regista Xeni, specializzato in sogni… a occhi aperti. Il tutto, mentre Riley deve decidere se andare al ballo di fine anno scolastico e, soprattutto, con chi.
Dream Productions, recensione
Bissare la potenza narrativa ed emotiva di “Inside Out” era estremamente difficile, e infatti Dream Productions deve stare un gradino sotto il film già cult della Pixar. La celeberrima casa di produzione ha scelto uno dei sui film di maggiore successo e di impatto per debuttare nel mondo della serialità (nei prossimi mesi uscirà anche Win or Lose, sempre su Disney+), cercando di ripetere sul piccolo schermo la formula dei suoi titoli più popolari, che uniscono trame accattivanti a importanti messaggi da diffondere.
Dream Production non riesce però a stimolare quella stessa curiosità di “Inside Out”: se nel film ci si diverte a scoprire come gli sceneggiatori hanno immaginato il funzionamento di una mente umana, nella serie tv il meccanismo di creazione dei sogni è troppo ispirato a quello concreto e reale di produzione cinematografica.
Così facendo, la serie tv resta eccessivamente ancorata a un contesto che il pubblico conosce già: set da allestire, sceneggiature da scrivere, dirigenti che approvano o meno i copioni… La fantasia in Dream Productions, insomma, cede il passo alla volontà di raccontare una storia che possa legarsi anche in questo caso al tema della crescita della persona.
Proprio come nei due “Inside Out” le emozioni di Riley devono tenere il ritmo degli eventi esterni che inevitabilmente portano la ragazzina a diventare un’altra persona e a scoprire nuovi lati di sé, in Dream Productions i sogni da realizzare devono tenere conto delle aspettative del mondo esterno su Riley. Ma se nel film le emozioni di Riley hanno inevitabilmente uno stretto legame con la giovane, nella serie c’è un eccessivo distacco tra Riley e il suo “comparto sogni”, fatta eccezione per il finale.
Tutto questo si traduce in una serie tv che ha più l’impressione di essere un esperimento della Pixar (come dimostra anche il basso numero di episodi prodotti, per un totale di circa un’ora e mezza), che ha cercato di espandere il mondo di “Inside Out” senza però trovare il giusto aggancio tra esterno (la realtà) e l’interno (la mente di Riley).
Paula, Janelle, Xeni e gli altri personaggi vivono di vita propria, in quello che sembra essere quasi un città con tanto di uffici, tavola calda, vie e luoghi di ritrovo a volte poco noti. Un modo, questo, per insegnarci che i nostri sogni vivono in noi anche quando siamo svegli, ma che non trova quel “click” che abbiamo sentito tutti nel vedere i due film di quella che è una saga destinata a non concludersi.
Dream Productions 2 si farà?
A questo proposito, le prime visualizzazioni registrate da Disney+ fanno pensare ad una seconda stagione della serie: solo nei primi cinque giorni di distribuzione, il primo episodio ha ottenuto 5,6 milioni di views, diventando la premiere di serie originale più vista dopo What if.
Se Dream Productions 2 si farà, potrebbe essere prodotta dopo un eventuale “Inside Out 3” (ad oggi non ancora annunciato, ma assai probabile), in modo da continuare a raccontare le vicende di Riley nel mezzo delle pellicole e integrarne così la crescita.