Dostoevskij, Filippo Timi: “La serie dei D’Innocenzo mostra quella periferia da cui devi scappare per apprezzarla”
Le sei intense puntate della serie tv dei Fratelli D’Innocenzo sono disponibili on demand su Sky e in streaming su NOW
Complessa, dolorosa, stratifica, Dostoevskij la serie tv dei Fratelli D’Innocenzo, disponibile su Sky e in streaming su NOW, difficilmente farà da sottofondo alle festività natalizie. Un prodotto difficile per il pubblico che deve imbarcarsi in un viaggio nella mente e nel dolore dei personaggi, che è stato impegnativo da girare per gli attori, come ci hanno raccontato Filippo Timi, Carlotta Gamba, Gabriel Montesi e Federico Vanni in occasione della presentazione della serie.
Anche per questo con Filippo Timi abbiamo scherzato sulla differenza con I Delitti del BarLume, sempre di Sky, che in un certo senso è stata quasi una vacanza per lui. “Due mondi e due attitudini più opposte non potrebbero esserci. Quando ho percepito che erano 298 scene mi sono detto, farò solo questo, è stata un’immersione vera e propria. Quando dici sì a un progetto del genere devi iniziare a dire sempre si, potete chiedermi quello che volete” ha detto Filippo Timi che ha anche raccontato come vedendoci poco “mi sono preso anche una telecamera in fronte. Faccio tutto o è così o mi annoio”. Un concedersi completamente a un progetto arrivando fino all’estremo di svenire per un pugno, di vomitare sul serio, di andare contro ogni armadio disponibile da rompere.
“Io così come Filippo abbiamo fatto una dieta per entrare nella parte” ha raccontato Carlotta Gamba che in Dostoevskij è la figlia di Enzo Vitello il personaggio di Timi. “Abbiamo lavorato sulla mancanza sotto tanti livello, sentimentale ma anche fisico. Sicuramente avevo meno scene di Filippo ma quando lavori con i D’Innocenzo ti affidi e basta”. Il personaggio di Ambra ha un vissuto e un rapporto con il padre molto complesso: “Vediamo il suo pregresso sul suo corpo, è una ragazza così pura e innocente che alla fine farà una scelta e se la dovessi immaginare oggi penso sia diversa, cambiata, cresciuta, più salva”.
Come ci hanno raccontato anche i D’Innocenzo, Dostoevskij è girata in una sorta di periferia ideale ma come ci ha detto Filippo Timi è una sorta di periferia non ancora raccontata. “Non è la periferia estrema è qualcosa di diverso di vissuto. Io ho affetto per quei luoghi da cui sono scappato, sono cresciuto a Ponte San Giovanni in provincia di Perugia, la succursale di Perugia col centro commerciale, il canile. Nella serie c’è una scena in una camera di una donna, che a me è venuto un colpo. C’ho rivisto quelle case di certe zie con il marito operaio, con la ringhiera, dove manca sempre un pezzo. Quei luoghi da cui devi scappare per per apprezzarli”.