Dopo le Iene la notizia che la piccola Sofia potrà riprendere la terapia. Le parole del ministro Balduzzi
La piccola Sofia può riprendere le cure di infusioni staminali, dopo l’appello delle Iene di domenica scorsa
L’Italia è un paese strano, serve l’intervento di un programma televisivo perché una situazione si possa sbloccare e ciò che sembrerebbe ragionevolmente giusto fare, spesso ha bisogno di altre vie perché possa essere effettivamente fatto. Domenica sera nel corso della trasmissione Le Iene Show, Giulio Golia è tornato a parlare del caso della piccola Sofia, la bimba di 3 anni e mezzo affetta una grave malattia degenerativa e la cui terapia era stata bloccata dopo lo stop imposto da un giudice fiorentino. L’appello era perché la bimba potesse riprendere la cura, fatta di infusioni di staminali, dopo la prima terapia che aveva avuto dei buoni risultati.
Dopo quell’appello alle Iene, a cui ha aderito anche Adriano Celentano, il tam tam è proseguito sul web, e molti personaggi noti e meno noti hanno cercato di far arrivare al ministro della sanità, la loro voce affinchè alla piccola Sofia, fosse ripresa la terapia. Appelli che, partiti dal programma di Italia1, si sono poi sparsi anche attraverso altre trasmissioni di altre reti, come per esempio quello di Georgia Luzi in “Storie vere” su Rai1, perché la “vita” non è di certo rinchiudibile in recinti di “aziende televisive”. Il tutto ha sortito effetto, infatti è notizia proprio di queste ore che gli Spedali di Brescia hanno dato il via libera alla seconda infusione di staminali alla bimba. Il ministro Balduzzi ha voluto dire:
“Quanto è stato fatto concilia il rispetto delle norme e delle sentenze della magistratura con la situazione eccezionale nella quale si trova la bambina, si tratta di quella soluzione concreta che, incontrando i genitori di Sofia mi ero impegnato a favorire entro sette giorni”
Una vittoria questa per chi si è impegnato a favorire questa soluzione, sperando davvero che la terapia possa aiutare la piccola Sofia, ma anche una vittoria che fa un po’ riflettere. Fa riflettere su uno dei costumi del nostro paese e cioè che per sbloccare situazioni più o meno gravi, serva l’impegno di televisioni e “televisivi” o comunque serva un battage mediatico per cui il tal problema non esiste se non passa attraverso l’obbiettivo di una telecamera oppure dalle pagine di un giornale, più o meno importante. La Tv di denuncia di certo serve ed il lavoro di molte trasmissioni televisive è importante e va salvaguardato ad ogni costo, forse però l’Italia diverrà un paese normale, quando i problemi dei suoi cittadini verranno risolti semplicemente con la segnalazione a chi si dovrebbe occupare di queste cose. Una chimera forse, ma è “normale” auspicarlo, soprattutto in questo periodo di profondi cambiamenti che stanno coinvolgendo larghe parti di questo paese.