Le donne sempre più protagoniste delle fiction poliziesche: i motivi di una scelta di successo
Da Imma Tataranni a Lolita Lobosco, ricordando Giovanna Scalise e Giulia Corsi: le figure femminili che indagano offrono numerosi spunti agli sceneggiatori
Imma, Lolita, ma anche Valeria… Senza dimenticare Giovanna e Giulia: chi sono? Semplice: le protagoniste delle fiction poliziesche più famose degli ultimi anni. Perché se per anni abbiamo visto investigatori, commissari e poliziotti dare la caccia a pericolosi criminali, ultimamente al centro delle indagini ci sono delle donne, e che donne.
A partire dall’ironica ma acuta Imma Tataranni (Vanessa Scalera), che con la seconda stagione continua a sbancare l’Auditel, cosa fatta anche nell’inverno 2021 dalla Lolita Lobosco interpretata da Luisa Ranieri. Sono loro due le eredi designate del Commissario Montalbano, sia per quanto riguarda il gradimento del pubblico che per quanto riguarda le storie raccontate, che le vedono entrare con delicatezza ma decisione nelle vite di vittime e carnefici, sempre con lo stesso obiettivo: trovare la verità e fare giustizia. Una missione che per Valeria Ferro (Miriam Leone), la protagonista del -troppo breve- Non uccidere, diventa addirittura un’ossessione.
Questi sono solo alcuni nomi (l’elenco sarebbe più lungo, e vi sfidiamo a rimpolparlo con altri: noi vi ricordiamo anche Luisa Ferrari -Ambra Angiolini- ne Il Silenzio dell’Acqua ed Eva Cantini -Cristiana Capotondi- in Bella da morire). Le donne che indagano, d’altra parte, funzionano: la figura femminile si pone in contrasto a quella maschile e “rende” meglio per vari motivi. Innanzitutto, nel mondo delle fiction una donna che indaga permette di avere maggiore empatia con testimoni e vittime. Il che, attenzione, non vuole dire maggiore debolezza, ma tutt’altro: le protagoniste dei crime italiani riescono ad ascoltare meglio dei loro colleghi maschi e, lo sappiamo bene, in queste serie ascoltare chi si ha davanti è fondamentale.
C’è poi il fattore multitasking: in tutti questi anni abbiamo visto Montabano indagare e basta, a parte i suoi tira e molla con l’amata Livia. Personaggi come Imma Tataranni e Lolita Lobosco, invece, mentre seguono le indagini devono sempre avere le mani in pasta in qualche altra faccenda: che siano legate ai propri sviluppi sentimentali o alle vicissitudini della propria famiglia, la dimensione privata nei personaggi femminili s’intreccia a quella professionale, senza però che una vada a minare l’altra.
La figura della donna indagatrice serve anche a lanciare un chiaro messaggio nella società: in un’epoca in cui le donne fanno ancora fatica in alcuni settori ad affermarsi ed a trovare l’uguaglianza in diritti, rispetto e salario dei corrispettivi maschili, mostrare a milioni di telespettatori donne che interpretano ruoli assegnati fino a poco tempo fa agli uomini ricorda che se in tv i tempi sono cambiati, è ora che sia così anche nella vita vera.
Le indagini in rosa, insomma, danno molte più opportunità agli sceneggiatori e stimolano molta più immedesimazione nel pubblico che le segue: le serie poliziesche hanno una buona fetta di pubblico femminile, motivo per cui affidare ad una donna il ruolo principale è la scelta più ovvia. E sempre più vincente.
Perché se le serie tv moderne -e sempre più anche le italiane- danno spazio anche alla psicologia dei personaggi, quelli femminili hanno molto da dire: sono stati in silenzio per troppo tempo. Ed ora, mentre loro indagano, noi indaghiamo nel loro animo.