Don Merola contro Maria De Filippi: “È la vera cattiva maestra d’Italia”
Don Merola aveva già attaccato la conduttrice di Uomini e donne, Amici e C’è posta per te in passato.
Don Luigi Merola, già parroco del quartiere napoletano di Forcella e da anni in prima linea nella lotta alla camorra, è tornato ad attaccare pubblicamente Maria De Filippi. Si tratta di un ritorno proprio perché negli ultimi anni, con cadenza puntualissima, il sacerdote ha criticato la conduttrice di Canale 5, accusandola di rappresentare (e di mettere in scena) un modello di televisione profondamente sbagliato e diseducativo per i giovani. Di seguito trovate la rassegna delle dichiarazioni di Don Merola, a partire dal 2010:
Non si possono lasciare i giovani per intere giornate dinnanzi alla televisione e sperare poi che loro non assumano gli atteggiamenti di falsi idoli prodotti da Maria De Filippi. Bisogna ascoltare i giovani e seguirli e non abbandonarli per strada.
L’anno dopo, nel 2011, il sacerdote definì la De Filippi “rovina dei nostri ragazzi”, per tornare 12 mesi ad affondare nuovamente il colpo, rivolgendosi ad alcuni ragazzi:
Per questo vi dico i miei dieci comandamenti per voi: primo: studiate, secondo: studiate, terzo: studiate… insomma, il vostro dovere è uno solo, studiare! E poi chattate di meno, guardate meno televisione, e soprattutto fatemi un favore: smettetela di guardare Maria De Filippi! La tv spazzatura vi fa male. Uscite fuori, parlate, comunicate
Oggi, a Gorizia nella giornata inaugurale del festival internazionale ‘è Storia’, il nuovo attacco frontale, in cui torna anche il nemico ‘web’:
Bisogna toglierli dalla strada, dalla televisione spazzatura e dal web: Maria De Filippi è la vera cattiva maestra d’Italia.
Se tirare in ballo in maniera così generica il web è quantomeno insensato, indirizzare attacchi ad una sola rappresentante di un modo di fare la tv in Italia è semplicemente ingiusto. È chiaro che il messaggio di Don Merola sia mirato a segnalare l’importanza prioritaria della scuola e che per questo motivo cerchi di distruggere un modello culturale, chiamiamolo così, alternativo. Tuttavia, ridurre un grosso problema sociologico (e sociale) ad un fenomeno televisivo, qualunque esso sia, è improponibile. Anche se il riferimento è a chi ha creato volontariamente mostri del piccolo schermo come Tina Cipollari e Costantino Vitagliano e ne alimenta con diabolica costanza altri dello stesso livello.