Che futuro avrà Don Matteo senza… Don Matteo?
Senza la sua colonna portante, ovvero Terence Hill (che ha lasciato dopo vent’anni ed oltre 250 episodi) come reagirà il pubblico al nuovo Don Matteo?
Fonte: Luxvide.it
Prima d’ora non era mai successo che si parlasse così tanto di Don Matteo prima che la nuova stagione andasse in onda. Ma, d’altra parte, se annunci (o meglio, se noi di TvBlog annunciamo) che Terence Hill lascerà la serie dopo vent’anni e tredici stagioni ed al suo posto ci sarà Raoul Bova, è inevitabile che un po’ di rumore lo si faccia.
Soprattutto perché sebbene ancora di questo non si parla, è inevitabile che un dubbio aleggi tra addetti ai lavori e pubblico: con l’uscita di scena di don Matteo, quanto durerà Don Matteo? Una domanda a cui troveremo risposta solo tra uno o due anni, quando Lux Vide dovrà fare i conti con la nuova impostazione data alla serie dei record di Raiuno.
La tredicesima stagione, in effetti, è una “stagione ponte”: Terence Hill sarà presente fino alla metà, per poi passare il testimone a don Massimo, interpretato appunto da Bova. A quel punto, la serie dovrà procedere senza il suo storico protagonista, ma confidando nella fiducia che il pubblico vorrà dare alla novità.
Del Don Matteo che già conosciamo, da quello che sappiamo fino ad ora, resterà molto: dal mitico Cecchini (Nino Frassica) ai vari personaggi secondari. Alla novità di Bova, però, ne arriveranno altre: il ritorno di Flavio Insinna nei panni di Anceschi e l’ingresso nel cast di Giancarlo Magalli in quelli nientemeno che del vescovo di Spoleto, che diventerà il confidente di don Massimo.
Tradizione ed innovazione: questa volta Lux Vide deve vedersela con una vera novità e non con il solito cambio nel cast di contorno che in passato è servito sì a rinfrescare il racconto ma senza toccarne le sua fondamenta. Senza Terence Hill, insomma, il futuro di Don Matteo potrebbe non essere così certo.
Qualche anno fa la casa di produzione di Luca e Matilde Bernabei affrontò già un caso simile, quando sempre Hill decise di lasciare Un Passo dal Cielo: ai tempi, fu trovato in Daniele Liotti il suo sostituto e, gradualmente, la serie ha subìto un restyling che ancora oggi paga in termini di ascolti (tant’è che la settima stagione è già in cantiere). Eppure, con Don Matteo non sarà così semplice.
Rispetto ad Un Passo dal Cielo, Don Matteo si è radicato molto di più nella cultura popolare e televisiva italiana, tanto da diventare un elemento di citazione quando si vuole parlare di fiction italiana ed, a volte, si vuole fare riferimento ad una serialità meno vicina ai linguaggi più moderni. Però, che piaccia o no, Don Matteo è entrato nel comune sentire degli italiani: per questo, cambiare il protagonista non sarà così facilmente digeribile da parte del pubblico.
Lux Vide si è sapientemente affidata nelle mani di un attore come Raoul Bova, capace di unire più target: le famiglie, ma anche i giovani (e le giovani, diciamocelo francamente). Lui si è messo umilmente al lavoro, ma per forza di cose il Don Matteo che conoscevamo non ci sarà più.
Quello che è lo scossone più grande affrontato dalla serie in tutti questi anni (che nel frattempo ha cambiato location, co-protagonisti, registi e adeguato la propria sceneggiatura ai temi più vicini all’attualità) potrebbe essere il suo vero banco di prova. Non parliamo solo di ascolti, sia chiaro, ma anche di quella fiducia che il pubblico vorrà dare ad una serie che, di fatto, è riuscita a non cambiare per vent’anni pur cambiando lo stesso. E dopo una naturale curiosità, i telespettatori affezionati alla fiction dovranno prendere una posizione.
Una serie come questa ha potenzialmente le carte in regola per durare ancora anni: Don Matteo (ma cambierà il titolo?) è diventata la “cartolina d’Italia”, la fiction che meglio di tanti altri programmi tv racconta la provincia ed i suoi tempi lontani da quelli delle metropoli, e che proprio per questo ha spunti infiniti. La spinta innovatrice voluta dall’uscita di scena di Terence Hill ci regalerà una fiction nuova e per questo più curiosa da seguire, oppure segnerà la sua conclusione? Solo il tempo e l’affetto del pubblico potranno dirlo.