Domenica live, Mastrangeli si autoinfligge il trappolone del talk show
Dopo la lite con Crimi per l’ospitata a Pomeriggio Cinque, il senatore 5 stelle bissa a Domenica Live
Ma quanto si diverte il senatore Marino Mastrangeli a scherzare col fuoco? Che la sua voglia – non troppo nascosta – di visibilità televisiva ne autorizzi l’autolesionismo?
Come se non fosse bastata l’ospitata a Pomeriggio Cinque, che gli è costata la minaccia di espulsione da parte di Vito Crimi, portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, Mastrangeli ha fatto oggi il bis a Domenica Live.
Anche in questo caso ha peccato di ingenuità o di temerarietà. Perché si dà il caso che sia arrivato in ritardo, per seguire la conferenza stampa di Grillo a Roma. La D’Urso, così, non ha più potuto promettergli di intervistarlo da sola, inserendolo nel talk popolare-politico.
Inizialmente la conduttrice gli ha promesso di far tacere i suoi ospiti, ma – pur fingendo di tutelare così il senatore – ha velatamente sottolineato la sua anti-democrazia. Oltre al fatto che ha finito per ridicolizzarlo, tra le righe:
“Io ho un accordo. Può interfacciarsi solo con me, non può parlare con voi, gliel’ho promesso. Non può fare talk, è a rischio di espulsione per colpa mia. Lo dico, se no sembra tutto organizzato: sarebbe dovuto essere nei primi dieci minuti, non ho fatto nessun tranello. Ha preferito continuare a essere nella conferenza stampa di Grillo. Che ho combinato io? Tutta colpa mia? Sono nella black-list del Movimento 5 stelle, io”.
Come sempre l’egocentrismo di Barbara non ha avuto confini. Ma oggi, a essere persino più urticante della furbizia di lei, è stata la sicumera di Mastrangeli, quando la D’Urso – portavoce del parterre – gli ha chiesto perché lui è tanto sicuro di restare nel Movimento, mentre la Salsi l’hanno espulsa dopo Ballarò:
“Lei ha partecipato direttamente in un talk show”.
A questo punto, a Domenica Live, la D’Urso e gli ospiti hanno fatto di tutto per far cadere Mastrangeli nello stesso tranello. La Mussolini ha inscenato un teatrino indecente, aizzando una ragazza del pubblico a chiedere a Mastrangeli “se toglieranno l’Imu a giugno”. Questo perché “lei è cittadina, può fare le domande”.
La D’Urso è stata, come sempre, ambivalente:
“Mi è difficile zittirli. Mi chiedo scusa se si è trovato in un talk politico, loro sono stati frenati”.
Mastrangeli, ridendo sotto i baffi quasi da complice del teatrino, ha ribattuto:
“Rischiamo di essere ridicoli”.
E poi ha fatto una pessima figura lui, ridicolizzando Napolitano con lo studio che gliel’ha rinfacciato:
“Noi lo definiamo Morfeo. Speriamo si dimetta al più presto. Noi vogliamo Rodotà”.
Così gli applausi scroscianti sono stati serviti sul piatto d’argento alla Mussolini:
“Questo signore tinto che si deve fare la ricrescita… Perché non si può dire? Anche questo fa. Lui ha insultato il Presidente della Repubblica che è stato eletto ieri. Io ho origini napoletane. E’ la prima volta che un Presidente eletto a Napoli è stato eletto due volte, è una soddisfazione”.
Come far perdere la faccia al Movimento 5 stelle definitivamente? Estorcendo a Mastrangeli delle rassicurazioni sul suo rapporto invariato con Grillo. E fu così che anche il partito allergico alla tv si convertì, con tanto di appello di Mastrangeli:
“Possono i parlamentari del Movimento rilasciare interviste? Questo è un referendum da fare. Si potrebbe chiederlo ai 50.000 iscritti, potrebbe essere che nel frattempo abbiano cambiato opinione”.
Solo i cretini non cambiano idea. Missione D’Urso compiuta.