Home Domenica Live Domenica Live, Barbara D’Urso ha paura delle parole (e fallisce la vendetta contro Rocco Casalino)

Domenica Live, Barbara D’Urso ha paura delle parole (e fallisce la vendetta contro Rocco Casalino)

Il modo di fare della conduttrice è cambiato?

pubblicato 9 Febbraio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 08:28

Finocchio, sodomia, st*onzo. Sono queste, le tre parole che oggi, durante la puntata odierna di Domenica Live, hanno fatto sobbalzare impulsivamente Barbara D’Urso dalla propria postazione.

La conduttrice del contenitore domenicale di Canale 5, ormai, non riesce più a nascondere quello che è diventato il suo timore principale: essere accusata di linguaggio turpe anche quando non è lei a proferire parola.

Le critiche che Barbara D’Urso, ma soprattutto i programmi da lei condotti (Pomeriggio Cinque + Domenica Live), ha ricevuto nel corso di questi ultimi anni, evidentemente, hanno fatto effetto sul comportamento della conduttrice che, perlomeno nelle ultime settimane, ha perso in parte quella spavalderia e sicurezza finora ampiamente ostentate in onda.

Anche oggi, durante il talk politico (che oggi è stato quanto meno accettabile dal punto di vista dei toni e dei contenuti), la conduttrice si è dissociata in diretta appena ha ascoltato vocaboli a lei poco consoni.

In studio, c’è il deputato Gianluca Buonanno, Lega Nord. Era ampiamente scontato che il pubblico telecomandato del programma, di impronta populista decisamente comprovata, si schierasse quasi interamente con lui. Buonanno, però, è caduto sul “finocchio” (il riferimento è all’episodio in cui il deputato leghista mostrò un finocchio in Parlamento per difendere la propria opinione circa i matrimoni gay e le adozioni a persone omosessuali) e da quel momento è caduto in un semi-silenzio, evidentemente a corto di argomentazioni.

Il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Emiliano Liuzzi, gli ha anche ricordato la denominazione Sodomia e Libertà affibbiata al partito di Nichi Vendola, Sinistra, Ecologia e Libertà.

Per Barbara D’Urso, primo balzo sul suo sgabello:

L’ha detto lui, non io, che poi in questo programma, si sa come va a finire…

Gianluca Buonanno è l’attrazione principale di questa puntata ed è evidente. Riguardo il discorso delle offese di stampo maschilista e misogino all’indirizzo delle rappresentanti femminili della nostra classe politica, Carmela Rozza, Partito Democratico, ha replicato a Buonanno in questo modo:

A Milano, al fianco del mio sindaco, io l’ho difesa dagli st*onzi che la insultavano.

Apriti, cielo.

Barbara D’Urso sobbalza nuovamente, stavolta con gli occhi fuori dalle orbite:

L’ha detto lei, non io, Carmela Rozza, Partito Democratico, non io…

Non ci sono più le Barbare D’Urso di una volta.

Anche il meccanismo delle vendette, piatto forte dei programmi targati Videonews, oggi non era particolarmente oliato.

La vittima predestinata era Rocco Casalino, con cui Barbara D’Urso ha ancora un contenzioso in sospeso ai tempi dell’insulto ricevuto per le sue famose interviste al deputato Mastrangelo.

Daniele Martinelli, ex responsabile della comunicazione del Movimento Cinque Stelle, ha espresso la sua opinione circa l’invettiva di Casalino all’indirizzo di Daria Bignardi, per la sua intervista ad Alessandro Di Battista:

La Bignardi ha fatto bene a fare quelle domande e Di Battista ha risposto molto bene. Non c’era bisogno dell’intervento di Casalino.

Barbara D’Urso ha aggiunto la sua opinione:

E io sono molto d’accordo con te.

Per terminare il tutto con uno stralcio insignificante di un’intervista di Rocco Casalino rilasciata a Lucignolo:

E’ stato un ragionamento che ho fatto. Basta con il Grande Fratello. Sono passati 15 anni, mi auguro che si smetta con questa cosa. E’ dispregiativo ed è un modo per sminuirmi.

Stop.

Tutto qui?

E’ una D’Urso con il freno a mano tirato ed è evidente.

Le critiche non le sono indifferenti ma la conduttrice le assimila e metabolizza in modo non corretto.

Le parole “finocchio”, “sodomia” e “st*onzo” sono volgari ma se scappano di bocca, restano episodi perdonabili.

La vera volgarità si trova nei contesti e negli atteggiamenti.

Come, ad esempio, spremere come un limone, davanti alla telecamera, un padre disperato di una povera ragazza picchiata a sangue.

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