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Abbracci, selfie e soffio sulle candeline. A Domenica In ci si dimentica del covid

A Domenica In c’è Renato Zero e sono abbracci e selfie con Mara Venier. Entrano anche due torte, ma le candele non vengono accese. I due soffiano lo stesso

29 Novembre 2020 20:25

Ottanta minuti di intervista. Ottanta minuti di ricordi, aneddoti ed emozioni. Renato Zero approda a Domenica In per un lungo confronto con Mara Venier. Si discute di passato, presente e futuro, con le poltrone di padrona di casa e cantante che restano a debita distanza per via delle ormai note disposizioni anti-covid.

Tutto salta tuttavia dopo l’esecuzione di un brano, quando la Venier e Zero si avvicinano fino ad abbracciarsi. Seguono altri secondi di complicità che portano all’immancabile selfie, che viene scattato – inevitabilmente – con i due a stretto contatto.

Succede infine che si decida di celebrare il traguardo dei settant’anni di entrambi, raggiunto il 30 settembre dall’artista e il 20 ottobre dalla conduttrice. Occasione ghiotta per far entrare due torte con delle grandi candele poggiate sopra. “Non si possono accendere?”, chiede la Venier agli assistenti che le ricordano le regole contro i rischi del contagio. Zero però sorprende tutti e propone un gesto alternativo: la soffiata a candele spente. Come se il problema del virus fosse generato dal fuoco e non dal droplet.

Nel blocco successivo si torna seri e viene accolto il professor Francesco Le Foche, che spiega l’importanza del mantenimento di una linea “rigorosa e responsabile” in vista delle festività natalizie. “Abbiamo avuto un lockdown molto significativo, brutale ma molto utile”, afferma l’immunologo. “In estate i comportamenti delle persone forse non sono stati adeguati. I comportamenti sono fondamentali, ci dobbiamo comportare in modo prudente e rispettoso della salute altrui”.

Se da una parte vanno sottolineati i fitti controlli a cui vengono sottoposti conduttori e addetti ai lavori, dall’altra non si può non notare una sorta di ‘liberi tutti’ che genera contraddizione tra la forma e il messaggio che si intende veicolare. A meno che non si certifichi ufficialmente, come succede nel calcio, che quel mondo lì è un universo a parte. Che a quel punto non necessiterebbe nemmeno di poltrone distanziate.