Home Domenica In… onda: Lorella Cuccarini balla il valzer della liturgia tv (fuori tempo)

Domenica In… onda: Lorella Cuccarini balla il valzer della liturgia tv (fuori tempo)

Ci sono artiste pluristimate che restano professioniste, anche se fuori posto. E ci sono conduttrici con una bruttissima nomea, ma vincenti nel loro campo (di cui in questa sede vi risparmiamo i nomi). Il paradosso di una veterana di lungo corso, come Lorella Cuccarini, è che il suo approdo a Domenica In resta (ancora) un’incognita,

pubblicato 3 Ottobre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 12:18


Ci sono artiste pluristimate che restano professioniste, anche se fuori posto. E ci sono conduttrici con una bruttissima nomea, ma vincenti nel loro campo (di cui in questa sede vi risparmiamo i nomi). Il paradosso di una veterana di lungo corso, come Lorella Cuccarini, è che il suo approdo a Domenica In resta (ancora) un’incognita, più che una conferma.

Dopo anni di carriera, Lorella ha ‘debuttato’ solo oggi nelle inedite vesti di padrona di casa e conduttrice in solitaria di lunga serialità. Di professione nasce showgirl, ma nella tv di oggi serve a ben poco. Perciò, tolta la sigla che è l’ennesimo sfizio anni Ottanta – e fuori contesto – di Luca Tommassini, la Cuccarini prova ad adattarsi al genere più abusato della programmazione odierna (dopo la reality-mania): il talk show.

Ci aveva promesso di farlo a modo suo, regalandoci una Domenica di festa e al contempo specchio di un’Italia diversa, vista la prossima ricorrenza dei 150 anni dall’Unità. Ma con la Cuccarini si crea sempre un grosso equivoco, ovvero che l’alternativa ai toni forti e alle provocazioni più deteriori sia un’overdose di catechismo farcito da uno stile passatista. Se ci aggiungi uno studio cupo e un’atmosfera da funerale del divertimento, la tv di qualità diventa un’espiazione più insopportabile del trash stesso.

La scaletta di oggi era, non a caso, un perfetto compitino, di una che ha fatto talmente tanta (buona) televisione da essersi persa per strada il fattore più importante: il rapporto diretto col pubblico, che ancora non la inquadra a tutto schermo.

Domenica In Onda con Lorella Cuccarini




La Cuccarini non sa fare le interviste, e si vede, perché è troppo emotiva. Lei vede il bicchiere mezzo pieno sempre, è umana, è sinceramente buona in un’Italia che va a fondo. L’italiano medio non ne può più delle iniezioni di ottimismo, delle fatine dal sorriso spalancato misto a lacrimuccia facile: ha bisogno di verità, persino di ipocrisia ben recitata, ma non di lezioni di solidarietà.

Basta, insomma, rimpiangere La Buona Domenica di una volta che non ha più ragione di esistere: la realtà là fuori fa troppo schifo per essere censurata e svoltata in salsa caramellata. Allora Lorella dovrebbe incattivirsi per non sembrare fuori tempo?

No, ma quantomeno sporcarsi un po’ più le mani, imparare a lottare anziché a emozionarsi per tutto, perché l’incantesimo della professionalità lavata con Perlana non funziona più. Dallo spettacolo oggi non si pretende più l’impeccabilità della performance, ma la sua onestà intellettuale, specie se svesti i panni di artista e indossi quelli di conduttrice vera.

Lorella stessa ha capito che sarebbe ridicola a giocare e scherzare, come faceva con Columbro e Sbirulino. Allora le avranno (mal) consigliato di darsi pure lei alle storie strappalacrime o all’angolo dei santi, un po’ a sua immagine della Bianchetti che l’ha preceduta. Il risultato? Una sensazione stucchevol-luttuosa che ha pervaso un blocco del contenitore, tra mali incurabili e candore a buon mercato.

Poi c’è il pacchetto della prima puntata che era tutto un programma. Con ospiti da prima serata – senza lo spauracchio del flop Auditel – e tempi teatrali di matrice baudesca, siamo bravi tutti a fare la tv di qualità. Lorella ha avuto Gigi D’Alessio, Bisio e il cast del suo ultimo film di successo, ma soprattutto la sua cara amica e collega di agenzia Antonella Clerici (le due hanno aperto l’anteprima in chiave gay-friendly, cantando Dancing Queen degli Abba attorniate da piume di struzzo).

In due non fanno Mara Venier, quando si tratta di spontaneità nelle interviste, perciò si son date man forte l’una con l’altra. E la freschezza della Clerici, pur sprovvista di dialettica e personalità salottiera, fa sempre la differenza quando si tratta di arrivare dritta alle signore a casa.

A un certo punto le mettono di fianco il povero Massimiliano Rosolino, co-conduttore, in versione “uomo oggetto in accappatoio”. Ecco cosa succede, per un bel professionista sportivo, a firmare con la tv: ridursi alla mercè di primedonne sulla via della menopausa. Il suo omonimo Ossini, da casa, starà gongolando per aver preferito RaiTre a RaiUno: dopo anni in cui zappi la terra a Linea Verde, meglio continuare a farlo altrove che farsi spogliare con gli occhi da chi conduce al posto tuo.

La Clerici è stata inizialmente “usata” da Lorella per vivacizzare una banale marketta spacciata per grande esclusiva. Insieme hanno commentato in tempo reale una sua intervista preregistrata a Julia Roberts e Javier Bardem. Come ignorare il cartonato sullo sfondo, da conferenza stampa dell’ultimo film a portata di qualunque stagista, e l’ennesimo imbarazzo reverenziale provato da un personaggio italiano verso la star internazionale?

Lorella si è trovata invischiata in una marea di luoghi comuni, dalla pasta alla carbonara all’accento romanesco, ammiccando a Hugh Grant in Notting Hill, quando si improvvisava intervistatore di Julia per la rivista Cavalli e Segugi. E – in una tv che vive di eventi per farsi notare – la puzza di naftalina stantia fa gridare alla crisi degli autori televisivi.

D’altronde, la conduttrice è talmente old-fashioned da far le interviste con carta, penna e cartelletta, senza neanche uno straccio di supporto tecnologico (come se non bastasse la zero novità nei contenuti).

Poi c’è la casa di Lorella a centro studio, con il frigo che sputa veleno a tavolino e un’invenzione scenografica delle più kitsch. Quanto più ti fanno credere che sono tutte buone e brave e ti invitano a casa loro (tra l’altro, la casa di Lorella è nello stesso studio di “quella di Paola Perego” e già questo la dice tutta), tanto più non ci vai per dispetto. Basta.

E’ l’ora di destrutturare il valzer della liturgia tv, che la Cuccarini balla fiera pur avendo appeso le scarpette al chiodo. Lorella meritava di tornare in Rai, ma con un format moderno sulle sue corde come Vuoi ballare con me?, in cui riusciva a coniugare agilmente le sue due anime: l’amore per la famiglia e quello per lo spettacolo. A Domenica In… Onda è solo una che ama talmente tanto la tv, da non essersi accorta di quanto è cambiata. Specie se gli autori viziati dai suoi occhioni dolci la assecondano troppo.

Antonella ClericiDomenica InLorella CuccariniRai 1