Domenica In – L’Arena, non solo D’Urso: sprazzi di disperazione e anti-politica anche da Giletti
Le differenze tra il talk di Massimo Giletti e il programma di Barbara D’Urso sono così nette?
Barbara D’Urso ha fatto scuola? La cosa più razionale da fare è rifiutarsi categoricamente anche solo a pensare ad una evenienza simile. La risposta più logica da dare, invece, è la seguente: semplicemente, si batte il ferro finché è caldo e si spinge laddove è conveniente spingere.
In questo periodo, la disperazione popolare e l’anti-politica fine a se stessa vanno televisivamente di moda e, di conseguenza, occorre arrenderci all’evidenza o, peggio ancora, arrenderci al fatto che il retaggio culturale della maggior parte di questi italiani porta a gradire tutto ciò.
Delle differenze tra Domenica In – L’Arena di Massimo Giletti e il salotto di Barbara D’Urso a Domenica Live, si è già parlato ampiamente. Le diversità nella forma, però, potrebbero nascondere forti somiglianze nella sostanza.
Dopo una veloce analisi, si nota che la prima differenza sta nel pubblico: se dalle parti di Canale 5, si predilige un contributo umano sgraziato e particolarmente minus habens, su Rai 1, troviamo persone più preparate e che, soprattutto, si esprimono senza sfondare il muro del suono.
La differenza si trova anche sul piano degli ospiti politici: su Canale 5, troviamo spesso persone come Daniela Santanchè, Alessandra Mussolini e Matteo Salvini, urlatori e aizza-pubblico per mestiere (e considerato il tipo di pubblico, non è certo un vanto) mentre su Rai 1, abbiamo trovato spesso, tranne rari casi, esponenti politici sicuramente più misurati. Riguardo la loro preparazione ed efficienza, questa non è la sede adatta per discuterne.
La differenza tra Barbara D’Urso e Massimo Giletti? Nonostante il conduttore abbia voluto sottolinearla durante la storica intervista a Silvio Berlusconi, non si può negare che anche il conduttore de L’Arena abbia una tendenza allo slogan facile, che colpisce il pubblico e disseta il proprio ego a sufficienza.
Proprio da qui, iniziano le pericolose similitudini. Prendiamo, per esempio, la puntata odierna: oggi, in studio, erano presenti alcuni imprenditori strozzati dalla crisi economica. Queste sono state alcune delle loro dichiarazioni, accompagnate da boati e applausi fragorosi (già questo, un pericoloso segnale):
Dopo 50 giorni, è una vergogna e uno scandalo che non si ha un governo. Uno stato che non ti paga, che non ti dà gli interessi, non ti fa lavorare se non lo paghi… abbiamo uno stato demente. E’ normale che Bersani non abbia fretta con i suoi 25 mila euro al mese!
Cosa vi ricorda?
E’ giusto e sacrosanto portare alla luce queste realtà ma l’attitudine autolesionista all’anti-politica è una scelta televisiva purtroppo vincente ma dignitosamente degradante perché esistono altri modi più decorosi per esporre i propri problemi. Un conto è svelare la propria situazione personale per poi discuterne, un altro è svendere la propria disperazione alla televisione.
E’ possibile che disoccupati, imprenditori in crisi, gente che non riesce a fare la spesa, per essere aiutata, debba pagare questo dazio, vendersi in modo così avvilente?
E’ possibile che non esista un’alternativa?
Da un punto di vista televisivo, il cambio di rotta dovrebbe partire proprio da queste persone.