Domenica In, la fase due inizia dal caso Prati. Cronaca di un doppio autogol
Domenica In sceglie Pamela Prati come prima ospite in studio dopo mesi di ‘distanziamento’. La Venier rispolvera il caso Caltagirone, ormai “appannato” sotto il profilo degli ascolti. Un autogol, anche nella sua lettura più ‘cinica’
Partiamo da un presupposto chiaro, così da scansare equivoci di ogni sorta. Del caso legato a Pamela Prati ci è sempre importato relativamente. O almeno, l’abbiamo reputato interessante nella sua prima fase, quella in cui a livello giornalistico certe dinamiche apparivano divertenti, surreali e a tratti inquietanti.
Il matrimonio mai avvenuto, le copertine guadagnate grazie ad una notizia fasulla, l’inesistenza di Mark Caltagirone e dei figli di lui. “Nun è vero nienteee”, avrebbe urlato il Manuel Fantoni di Borotalco.
La cronaca prima di tutto, insomma. Ecco allora la necessità dei programmi ‘infinocchiati’ di mettere i puntini sulle i, la volontà di svelare ulteriori bugie, il desiderio di cavalcare una storia che dal punto di vista degli ascolti regalava numeri da capogiro.
Poi è arrivata l’estate, capace di azzerare tutto. A settembre infatti l’affaire Prati non se lo filava più nessuno. La faccenda si era sgonfiata, gli spettatori avevano dimenticato o, peggio, avevano raggiunto il livello di saturazione.
L’Auditel non brillava più come un tempo. L’iniziale scoop di Non è l’Arena, che si era assicurato l’esclusiva di Pamela Prati al ritorno in onda, si è trasformato ben presto in zavorra. Tanto che qualche uscita successiva è stata addirittura confinata negli appuntamenti ‘speciali’ del talk di La7.
Quindi il silenzio. Inevitabile, prolungato, fino a ieri, quando a Domenica In si è deciso che il primo ospite in studio della fase due dovesse essere proprio l’ex star del Bagaglino. Oltre un’ora di intervista che ha causato una fuga (casuale?) di 500 mila spettatori e un tentativo di redenzione mediatica – mescolato alla promozione dell’immancabile libro – che al di là dei difensori e detrattori della showgirl ha generato soltanto sbadigli.
La tv è fatta di messaggi, espliciti ma soprattutto sottintesi. Magari l’intento era quello di riavvolgere il nastro per tornare ad un periodo in cui Mark Caltagirone occupava gli spazi oggi dominati dall’emergenza sanitaria. Il risultato è stato al contrario quello di restituire luce alla più plateale fake news degli ultimi anni.
Un autogol. Anche nella sua lettura più ‘cinica’.