Domenica In, o l’anti Tale e Quale Show
Domenica In e il ‘talent’ Ancora Volare non rendono un buon servigio ai concorrenti Big e Giovani, tra abbinamenti discutibili e performance imbarazzanti.
Domenica In e Ancora Volare: un’accoppiata che si sta rivelando ‘deleteria’ per il pomeriggio di Rai 1, che non solo non riesce a recuperare il gap ascolti con la signora della Domenica Live Barbara d’Urso, ma non riesce neanche a convincere con le prestazioni canore dei talenti ‘riciclati’ e impegnati in una pseudo-gara per me meno avvincente di un torneo tra vecchie glorie del pétanque.
Per chi non l’avesse mai visto, il meccanismo è semplice: si prende un gruppo di cantanti amati dai più agée, si abbinano a dei giovani virgulti già passati per i talent canori nazionali (da X Factor a The Voice, di tutto di più) e si cerca così di abbracciare il maggior ventaglio possibile di target.
Li si fa cantare in coppia e da soli, puntando soprattutto sull’effetto straneamento, ovvero assegnando ai ‘Big’ hit contemporeanee: un tentativo di ‘svecchiamento’ che però finisce per allontanare i giovani – già di propria sponte sempre meno attirati dal piccolo schermo, soprattutto la domenica pomeriggio – e per disturbare gli ‘anziani’, che di strillatori moderni non ne vogliono sentir parlare. Se proprio bisogna strillare, sempre meglio un sano Dallara che urla “Tu sei romanticaaaa”.
Risultato? Senti Mal – l’amatissimo Mal di Furia Cavallo del West, un uomo un mito, una delle colonne del costume italiano e dell’immaginario collettivo anni ’70 – cantare Angel di Robbie Williams e ti rendi conto che sotto i tuoi occhi (e davanti alle tue orecchie) si sta consumando un reato di Lesa Maestà. E non è l’unico reato commesso (anche la medusa come effetto grafico su Angels non l’ho capito, ma è un mio limite).
Unici guizzi quelli di Ivan Cattaneo, che da vero cavallo pazzo – anche se non più di primo pelo – riesce ancora a far sudare freddo i conduttori e si inventa un testo nuovo per “Parole, Parole” cantata in duetto con Aba alla quale dedica la strofa finale:
“Aba, ma cosa mi hai fatto che se a un solo tuo tocco io divento un toro matto”.
Personalmente temo di più le mezze frasi della Zanicchi.
Eroica, quasi da ultimo giapponese, la posizione critica di Marinella Venegoni, che cerca di mediare tra il carrozzone che la circonda e la sua professionalità con giudizi che cercano di dare qualche spunto tecnico – per quanto possibile – anche se infarinandolo con qualche citazione più ‘popolare’. Di fronte all’esibizione di Mal non ha potuto che ricordare “I tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti” definendo la performance ‘old fashion’. Certo, se per qualcuno la sua è una posizione da ‘ultimo giapponese’ – incarnazione di un contratto da onorare e di un ‘ballo da ballare’ fino in fondo -, altri possono non nutrire identico ‘rispetto’ per la critica de La Stampa, individuando nelle sue partecipazioni altre motivazioni.
Il punto però è che Ancora Volare – e in generale Domenica In, che della gara ha fatto la sua colonna portante – mi sembra il ‘negativo’ di Tale e Quale Show: se il programma di Conti riesce a valorizzare Big e Giovani, cantanti e attori, showgirl e avventizi, con una gara canora capace di risollevare carriere in difficoltà, Ancora Volare riesce ad affossare glorie della musica italiana e aspiranti tali con pochissime mosse.
Domenica In, dunque, come un ‘anti’ Tale e Quale Show: e direi che anche gli ascolti tendono a confermarlo.
Ps. Mi perdonerete se per l’apertura ho scelto un brano di Domenica In condotto da Corrado.