Domenica In: un contenitore stanco e ripetitivo (nonostante le “novità”)
Domenica In è tornata in onda oggi pomeriggio su Rai 1 con la sedicesima edizione condotta da Mara Venier. La recensione di TvBlog
Nonostante le novità che avrebbero dovuto favorire un taglio netto con la scorsa edizione, caratterizzate da polemiche che hanno lasciato strascichi tutt’altro che superati, la Domenica In targata Mara Venier, giunta alla sua sedicesima conduzione, ha dimostrato di avere ormai poco o nulla di nuovo e interessante da offrire.
Il cambio di regia, la scenografia che ha omaggiato la Domenica In di Gianni Boncompagni, la sigla nuova, il giochino telefonico e altre modifiche varie non si sono rivelati sufficienti per garantire aria fresca al contenitore domenicale di Rai 1 che, per quanto riguarda la sostanza e il contenuto, alla fine, deve sempre rivolgersi al solito giro di ospiti.
Dopo il doveroso omaggio a Luca Giurato, scomparso nei giorni scorsi, la prima puntata di Domenica In 2024-2025 ha offerto una lunghissima intervista a Renzo Arbore, un’intervista “musicale” con Riccardo Cocciante, un intervento di Teo Mammucari, in promozione per Lo Spaesato (in partenza domani sera su Rai 2), e un’intervista a Valeria Bartolucci, coinvolta indirettamente nel caso di cronaca riguardante Pierina Paganelli, per il blocco dedicato alle interviste donna a donna, spazio tanto caro alla conduttrice e idea già lanciata qualche edizione fa e accantonata nel giro di qualche puntata.
La puntata, quindi, si è chiusa con la cronaca nera, trattata tra l’altro con un servizio introduttivo più da cronaca rosa. In 3 ore di programma, non si è visto neanche mezzo contenuto potenzialmente in grado di interessare un pubblico giovane.
Se l’intervista, anzi la chiacchierata tra donne, è un’idea ripescata dal passato (anzi dal dimenticatoio), anche il giochino telefonico non spruzzava innovazione da tutti i pori ma sarebbe stato anche perdonabile se fosse stato fatto con scioltezza, senza inutili lungaggini. Anche il gioco, che mette in palio cifre modeste e che si svolge tramite un tabellone inutile visto che il telespettatore non decide i numeri ma è costretto a sceglierli in fila a partire dall’1 (un po’ di chiarezza, no eh?), è improntato sulla memoria, sulle edizioni precedenti di Domenica In, senza rinunciare all’autoreferenzialità della conduttrice.
Chissà se questo giochino arriverà a mangiare il panettone… Lecito chiederselo.
Domenica In è un programma senza soluzione di continuità con il passato, con Mara Venier che, tra l’altro, in più occasioni, non nasconde neanche più il fastidio per i vari contrattempi generati dalla diretta.
La conduttrice offre solo sparuti e incostanti sprazzi di entusiasmo qua e là, e poco altro, e tutto ciò fa trasparire solamente stanchezza e ripetitività.