Domenica Cinque e la gravidanza-mania: Camila Raznovich tu quoque?
La Panicucci parla ancora di depressione post-partum
Che Domenica Cinque non sia una tv per uomini, come un po’ tutta la domenica catodica extra-calcistica, era già un dato assodato. Ma che a “svendersi” nel salotto delle ex showgirl ci sia pure Camila Raznovich infonde un’enorme delusione nel sottoscritto.
Camila è una delle poche ex-vj che può dire di essersi guadagnata una certa autorevolezza televisiva. Complice la riconosciuta qualità dei suoi programmi su RaiTre, Amore criminale e Tatami, è una conduttrice chic che potrebbe permettersi di selezionare le sue apparizioni da ospite.
Peccato che in veste di neo-mamma, per giunta di nuovo in dolce attesa, sia stata affetta da una sindrome ricorrente nei salotti tv e sulle copertine dei giornali: la “gravidanza-mania”. Il che, per carità, è un’esperienza rispettabilissima nella vita di una donna, a maggior ragione se si rivela problematica.
Domenica Cinque – Camila Raznovich e la gravidanza
Diverso è se diventa l’unico strumento per stare in tv, esserci e far parlare di sé. Insomma, vedere quest’oggi la Raznovich promuovere il suo libro “M’ammazza” tra Simona Tagli, Matilde Brandi, Samantha De Grenet e Miriana Trevisan, tutte reiette dello showbiz che non hanno altro argomenti per sopravvivere in tv, mi ha provocato un’enorme amarezza.
Nonché una riflessione: è come se ciascun ex veejay, che tanto ha lottato per una tv innovativa e fuori dal coro, finisca tragicamente attratto dai lustrini del presenzialismo “vecchia maniera”. Per un Alvin succube della Toffanin, un Cattelan alla corte della Ventura e una Cabello passata alla domenica pomeriggio c’è persino una Camila in version popular-cheap.