Luca Argentero ed il suo Doc: “Tutt’altro che rassicurante. Prima della seconda stagione vorrei una festa di apertura set!”
L’attore smorza i toni della polemica social con Giuseppe Fiorello, parla del confronto con Montalbano e lancia al produttore una proposta
A poche ore dall’ultima puntata della prima stagione di Doc- Nelle tue mani, Luca Argentero ha voluto chiudere il primo capitolo di questa esperienza (una seconda stagione è più che confermata) che ha regalato a Raiuno numeri superiori ai 7 milioni di telespettatori -con picchi di 8 milioni durante la prima parte di stagione trasmessa in primavera e visibile su RaiPlay– ed all’attore ancora più popolarità ed affetto da parte del pubblico.
“Il bilancio è superpositivo, al di là di ogni aspettativa”, esordisce Argentero. “Siamo tutti felici del risultato e dell’affetto da parte del pubblico”. Un affetto che secondo lui è “legato al gruppo che abbiamo creato, si allarga verso tutta la squadra: sono tutti personaggi sfaccettati”.
Quella frecciatina di Fiorello…
Nei giorni scorsi ha fatto chiacchierare lo scambio di tweet proprio tra Argentero ed il collega Giuseppe Fiorello: quest’ultimo aveva postato un articolo in cui si parla de Gli orologi del diavolo, una serie che “non si avvale di modelli narrativi rassicuranti”, ed in cui non compaiono ospedali e medici, territorio di competenza di Doc.
Da qui la domanda: quanto c’è di rassicurante in Doc? Il protagonista del medical drama ne è certo: “Uno dei motivi del successo sia il fatto che la serie è tutt’altro che assicurante. Andrea perde tutto, gli altri personaggi hanno un passato ancorato alla realtà… E’ vero che in alcuni casi c’è dell’ironia, ma fa parte della meraviglia della vita. La regia è sporca aggressiva, vicina ai volti, la fotografia è cruda, lontana dalla classica fiction della tv generalista. E’ un prodotto contemporanea e vero, anche per questo la gente si è immedesimata”.
Per quanto riguarda lo scambio di tweet con Fiorello, Argentero chiude la faccenda parlando di “grande passione da parte di entrambi rispetto alle storie che presentiamo, può capitare che scappi qualche parola di più. Mi sono sentito con Beppe, ci siamo fatti una risata, era una battutina innocente, fa sorridere il clamore che è nato intorno”.
Il “Doc”, gli altri personaggi e “Non oggi”
L’attore non ha dubbi: “Incontrare un personaggio capace di diventare iconografico come Montalbano è un privilegio, non certo un timore”, ha detto a proposito del paragone con la celebre serie con Luca Zingaretti con cui Doc è stata paragonata da alcuni. “E’ bello per un attore riuscire ad entrare nell’immaginario delle persone”.
Tra le altre storyline raccontate nella prima stagione, il protagonista rivela di essere rimasto particolarmente affascinato da quella di Riccardo (Pierpaolo Spollon): “Deve tenere nascosto un segreto per dodici puntate, ha una storia d’amore travagliatissima, ma allo stesso tempo riesce anche a strapparti un sorriso. Pierpaolo è stato molto bravo a ballare in punta di piedi tra dramma e commedia”.
Oltre al drama ed alla commedia, Doc ha dato anche un tocco di speranza utilizzando quel piccolo tormentone del “Non oggi” (già usato altrove, per chi ha seguito Il Trono di Spade, ma qui usato in un contesto del tutto differente) per motivare la sua squadra di lavoro. Un mantra che è “solo di scena” per quanto riguarda l’attore, la cui recente paternità ha inevitabilmente addolcito il suo lavoro sul set e sul personaggio.
“Recitare un padre che ha perso il figlio e tornare a casa e vedere la mia compagna incinta non è stato semplice, ha aperto dei canali”, ha ammesso. “Quando siamo tornati sul set dopo la nascita di Nina il regista Ciro Visco mi ha detto di aver notato qualcosa di differente. Nina ha portato grande fortuna alla serie!”.
Il futuro di Doc: a quando la seconda stagione?
La produzione della seconda stagione è di fatto già cominciata, con gli sceneggiatori al lavoro sulle nuove puntate (che affronteranno il Covid). “Siamo tutti felici di tornare regolarmente al lavoro, ma ora è difficile programmare qualsiasi data”, ha detto Argentero a proposito di una tempista di riprese e messa in onda, confermando che “è tutto legato al momento che stiamo vivendo. La parte più importante è scriverlo, poi girarlo è facile”.
Anche la seconda stagione prenderà spunto dalle vicende realmente accadute al Dr. Pierdante Piccioni, sebbene Doc si sia giustamente preso delle libertà narrative: “I suoi figli fortunatamente stanno bene, il rapporto con la moglie è differente… Quello è l’incipit, nella seconda stagione ci saranno degli spunti reali e poi degli spunti di fiction”. Oltre a quello, però, l’attore ha chiarito di non avere “la più pallida idea di cosa succederà, non so niente!”.
Quel che è certo è che continueranno ad essere i casi medici di puntata, che porteranno di fronte ai protagonisti i più vari personaggi. Abbiamo chiesto così ad Argentero se avesse in mente alcuni colleghi e colleghe che avrebbe piacere a vedere sul set di Doc, anche per una sola puntata, come guest-star: “Non saprei, ci sarebbero un sacco di amici che mi piacerebbe vedere sul set, non voglio fare nomi per non fare torto a nessuno. Però sarebbe bello, così come è stato bello ritrovare Ilaria Spada questa stagione (i due avevano interpretato una coppia nel film ‘Vacanze ai Caraibi’, ndr)”.
Intanto, Doc è stato distribuito all’estero, dove già va in onda in Spagna, Portogallo e Francia. In più, la Sony Pictures International venderà il format per degli adattamenti locali, anche negli Stati Uniti: “E’ la cartina di tornasole delle scelte fatte rispetto allo stile di questa serie, che gioca ad un livello internazionale: siamo abituati a vedere cose di grande livello, se non lavoriamo in quel senso non vale la pena fare. E’ motivo di orgoglio”.
Lo sguardo è dunque rivolto al futuro, con un sogno: “Chiudere il set è stato strano: di solito alla fine si festeggia, noi invece abbiamo dovuto rispettare le norme anti-Covid, ottenere il massimo con il minimo dei mezzi messi a disposizione… E’ stato un saluto a metà. Ho proposto al produttore Luca Bernabei di fare, verso primavera -se la condizione lo permetterà-, una festa di apertura set, per compensare quella che non si è fatta prima”. Infine, la promessa al pubblico: “Torneremo presto!”.