Doc – Nelle tue mani 3 è in buona salute (ma questa è una seconda stagione mascherata da terza): la recensione
Dopo la “parentesi” Covid-19 della seconda stagione, la serie di Lux Vide torna ad occuparsi del suo protagonista e della ricerca dei ricordi perduti, offrendo uno sguardo nostrano sul genere medical che continua a convincere
Il paziente presenta una forma recidiva di sindrome da medical drama di prima serata; tutte le cure finora somministrate hanno dimostrato un buon esito. Pertanto, si consigliare di proseguire fin quando la direzione di Rai Fiction lo riterrà opportuno. Potremmo sintetizzare così la nostra diagnos…recensione di Doc – Nelle tue mani 3 che, nonostante sia giunto alla terza stagione, riesce ancora ad agganciare il pubblico e a mantenersi nuovo rispetto al resto delle serie italiane in onda sulla tv generalista.
La recensione di Doc – Nelle tue mani 3
Va detto che la seconda stagione di Doc è stata una parentesi rispetto alla strada intrapresa da Francesco Arlanch e Viola Rispoli (i due ideatori della serie) nella prima stagione. Ricorderete che Doc 2 si era concentrato sulla pandemia da Covid-19 e su come il mondo degli operatori sanitari l’aveva affrontata, con sacrifici e perdite, ma anche con passione e forza di volontà.
Evidentemente la scelta, coraggiosa e ben riuscita, era stata una deviazione rispetto al percorso originale della serie che, in questa terza stagione, inizia a tornare sui suoi binari originari. Ecco che, allora, il tema della perdita della memoria del protagonista torna centrale. Riuscirà Doc (Luca Argentero) a recuperare i ricordi perduti e, sopratutto, se ciò accadesse vorrebbe dire che tornerebbe ad essere il “vecchio” Fanti, quello tutto lavoro e niente contatto con i pazienti?
L’esperienza del presente, il coraggio di cambiare e quello di affrontare un passato che potrebbe essere anche doloroso, pur di lasciarselo alle spalle e guardare al futuro, facendone però tesoro. Doc 3 riesce fin dai primi episodi a fare chiare le proprie premesse, rimarcando quello che è un marchio di fabbrica di Lux Vide, ovvero inserire nelle proprie storie un tema che vada oltre il genere del racconto stesso e che possa lasciare al pubblico una lezione.
Ecco che, allora, in questa seconda stagione mascherata da terza Doc-Nelle tue mani riprende un filo del discorso cominciato nella prima, e che ci porta inevitabilmente a scoprire un medical drama tutto italiano, che ha imparato la lezione dai maestri del genere (gli americani) e che ci mette del suo per evitare un fastidioso copia e incolla.
Il risultato, da questo punto di vista, è altalenante: alcune situazioni i fan del genere medical le conoscono già, ma la serie ha dalla sua parte la capacità di mantenere la barra dritta e di non perdersi in soluzioni che farebbero perdere il senso al medical. Ovvero, il racconto della vita di un ospedale e di chi ci lavora, declinato secondo i vari pazienti che si susseguono nel corso delle puntate.
E dopo tre stagioni, Doc – Nelle tue mani gode ancora di buona salute: la sfida, ora, sarà quella di contenere l’emorragia del cast fisso, che ha dovuto salutare numerosi interpreti (in primis Simona Tabasco, Gianmarco Saurino e Beatrice Grannò), trovando nuovi personaggi che sappiano amalgamarsi bene al resto del gruppo e delle storie che già conosciamo. Ma, come abbiamo detto, il paziente Doc ora non mostra segni di sofferenza.