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Discovery: bloccata in Polonia legge che mira a colpire le proprietà straniera dei media

Il presidente Andrzej Duda ha bloccato un progetto che avrebbe messo in pericolo l’indipendenza di TVN, canale del gruppo statunitense.

28 Dicembre 2021 06:47

Solo qualche giorno fa vi avevamo parlato dell’acquisizione di Euronews da parte di un gruppo vicino al presidente ungherese Viktor Orbàn. Nell’Europa orientale la situazione per radio, tv e giornali non è delle migliori anche per quanto riguarda la Polonia, dove si stava per varare un progetto di legge mirante a colpire le proprietà straniere dei mass media. Il presidente della Repubblica Duda ha tuttavia bloccato tutto.

La legge se approvata avrebbe costretto il gruppo statunitense Discovery a cedere le sue quote di TVN24, canale di informazione ritenuto uno dei pochissimi indipendenti nel Paese. Duda ha spiegato di aver messo il veto sulla legge a seguito delle numerose proteste che si sono avute in Polonia e per aver voluto evitare dei danni economici.

Il testo era stato approvato lo scorso 17 dicembre dalla Camera bassa del Parlamento e avrebbe impedito a qualsiasi proprietà extra-europea, quindi al di fuori dello Spazio Economico Europeo, di possedere più del 49% di emittenti radiofoniche o televisive. La legge era stata promossa dal partito di destra Diritto e Giustizia, il cui leader, il primo ministro Mateusz Morawiecki, aveva dichiarato che il suo obiettivo sarebbe stato quello di vietare la vendita di mass media a investitori arabi, russi e cinesi. Ma secondo molti osservatori, il fine non era altro che quello di colpire TVN24, il maggiore canale privato presente in Polonia.

Questo si spiega col fatto che oltre a essere un network indipendente, TVN24 negli anni non si è risparmiato in servizi decisamente critici contro il governo di centrodestra polacco, con buona parte della popolazione che ha visto questo progetto di legge come un tentativo per metterla a tacere e un attacco al pluralismo dei mass media.

Secondo Il Sole 24 Ore, il gruppo statunitense aveva minacciato di fare ricorso contro la Polonia presso un tribunale per gli arbitrati internazionali.