Dimmi Quando, Marco Travaglio: “Con Santoro solo uno scazz0, Vespa ha una sua dignità”
Marco Travaglio, ospite a Dimmi Quando, sembra voler minimizzare il suo abbandono dello studio di Servizio Pubblico giovedì scorso…
La seconda edizione di Dimmi Quando si è aperta ieri con Simona Ventura e questa sera, 21 ottobre 2014, un altro prestigioso ospite si è seduto sul divano che Diego Passoni occupa a Deejay Tv. Stiamo parlando di Marco Travaglio, reduce dall’ormai famigerato abbandono dello studio di Servizio Pubblico (che Passoni chiama con ostentata sicurezza AnnoZero, ndr) giovedì scorso. Se Santoro aveva già avuto modo di dire che per lui non ci sarebbero problemi a continuare la collaborazione televisiva con “il fuggitivo” Travaglio, quest’ultimo gli aveva regalato un editoriale di fuoco sul Fatto Quotidiano. E di fuoco soprattutto nei confronti dell’editore di La7, Urbano Cairo. Cos’avrà avuto da aggiungere, oggi?
Con Santoro mi sono sempre trovato molto bene. Poi ci sono stati dei momenti di frizione, questo non era il primo. Sono otto anni che collaboriamo, non so se esista un sodalizio così lungo in tv. Il problema non è personale, non è nemmeno ideologico. Sono str0nzate. In studio c’è sempre gente che parla di Renzi come di Grillo e va bene così.
A questo punto Passoni sottolinea come, questa volta, sia sembrato che lui e Santoro remassero in direzioni diverse…
Le direzioni diverse ci sono sempre state. La diversità è una ricchezza e Servizio Pubblico, come dicevo, è un programma pluralista. Poi ci può essere uno scazz0 come quello che c’è stato giovedì sera. Sono uscito dallo studio proprio per evitare di degenerare. Mi hanno detto che avevo degenerato già in diretta, ma io temevo di degenerare di più se fossi rimasto e quindi era meglio non esserci. Poi accetto anche questa str0nzata che io non accetterei il contraddittorio. Basta andare su Youtube per vedere quanto ami il confronto anche con gente a cui basterebbe stare vicino per sporcarsi, dialogo con tutti e il confronto non mi infastidisce, anzi. Io discuto volentieri di opinioni, ma poi quando c’è un fatto voglio che su quello si dica se è vero o falso, perché i fatti non possono essere contraddetti se sono veri.
E poi la dichirazione a sorpresa. Ovvero una sorta di attestato di stima, detto fuori dai denti, all’indirizzo di Bruno Vespa. Il complimento è stato “estorto”, certo, ma non del tutto. Alla domanda: Dimmi quando hai pensato “Che bravo Bruno Vespa!”, ecco la risposta di Travaglio:
Mi vergogno ma l’ho pensato. L’ho pensato in una puntata dedicata al terremoto dove lui girava per le zone terremotate pochi minuti dopo. Sarà stata la commozione ma lì si è capito che è nato giornalista e quindi ha avuto una reminescenza improvvisa di quello che è il giornalismo. E poi alla vista di tanti talk show (le famose imitazioni di Santoro che sono, diciamolo, orrende), vedendo Porta a porta negli ultimi giorni dicevo “Guarda però: ha una sua dignità rispetto a tutti gli altri!