DiMartedì | Puntata 7 novembre 2017

Sta finendo Otto e mezzo, con la Gruber che esulta perché è nato l’amore tra Travaglio e Brunetta. A breve inizia DiMartedì.

“Non solo Matteo Renzi”. Così Floris apre il lancio flash della puntata.

Floris definisce quella di stasera “puntata importante”.

Quindi Floris si collega (visibilmente registrato) con Gnocchi che sfoggia la maglietta “Floris di sera, la gente si dispera”.

“Fazio contro Giletti? Spegni la tv e fatti due spaghetti?” “Giletti contro Fazio, comunque vada sarà uno strazio”. Giletti sorride amaro.

Gnocchi come per magia vestito con smoking. Il suo monologo si apre così: “Ma alla fine vengono Di Maio e Renzi o vengono i loro capi, Grillo e Berlusconi?”

Renzi entra in studio. Sull’assenza di Floris: “Tutti noi abbiamo avuto un compagno di classe Di Maio. Si è comportato in maniera strana. Non è un modo serio di comportarsi. Non può fare lo spaccone”.

Floris giustifica Di Maio: “Queste cose accadono tra voi politici. Anche Salvini l’ha sfidata ma lei non ha mai accettato”.

Renzi punge Di Maio sulle sue assenze alla Camera. Poi tira in ballo i vaccini. Floris: “Che c’entra Di Maio?”.

Renzi a Floris: “Non c’è fretta, è tanto che non ci vediamo”.

Renzi si rivolge a Di Maio: “Rinunci all’immunità parlamentare, lo voglio querelare perché mi ha dato dell’aguzzino”.

Renzi: “Sicilia? È andata male, abbiamo perso”.

Renzi su Micari: “Persona seria, io l’avrei votato, ma non ha vinto!”

Renzi a Floris: “Lei si è dimenticato le vittorie del Pd con me segretario”. Poi cita i successi di Reggio Calabria, Lecce e Padova, pur ammettendo le sconfitte pesanti a Torino e Roma.

Renzi menziona i “986 mila posti in più di lavoro”

L’intervista non ingrana, Floris incalza Renzi sulle divisioni interne al Pd. La replica: “La politica non è il risiko dei rapporti personali, a chi interessa il rapporto tra me, Bersani e D’Alema?”.

Renzi: “Nel mondo la sinistra sta crollando”. Floris: “No, no, non riparta col mondo”.

Floris incalza Renzi per capire come farà per ricucire con Mdp. Poi lo accusa di “populismo” quando l’ex Premier chiede al pubblico in studio se vogliono che si tolgano gli 80 euro.

Renzi: “Quando ho sbagliato io, ho pagato io”. Floris: “Non è vero, lei aveva detto che si ritirava dalla politica!”. Renzi: “L’ho fatto, volevo andarmene davvero, ma sono tornato dopo le 26 mila mail ricevute”.

Si aggiungono in studio Franco e Giannini. In collegamento Sallusti.

Floris introduce il tema delle banche. Renzi: “Il problema è che voi parlate solo di Banca Etruria…”.

Floris sul caso Visco: “Se da segretario del partito che esprime il Premier non riesce a cambiarlo, quando mai lo farà?”.

Franco: “Le manca molto Palazzo Chigi. Sul caso Visco si è rivelato impotente”.

Renzi: “Se i cittadini votano Berlusconi o Grillo io li rispetto”.

Renzi: “Alle politiche prenderemo il 40%! Il Pd sarà il primo gruppo parlamentare”.

Giannini torna sulle banche. Renzi: “Sta dicendo una serie di cose false”.

Renzi: “Mio fratello, laureato con 110 e lode, se ne è andato dall’Italia perché non voleva fare il pediatra oncologo qui per essere considerato il fratello del Premier”.

Renzi: “Io me ne sono accorto di aver perso il referendum. Molti hanno votato no perché io non gli stavo simpatico”.

Renzi accusa Giannini di inserire nel confronto “dei fatti personali”. Il giornalista: “Non mi dica questo!”. Il riferimento, evidentemente, è alla chiusura di Ballarò.

Renzi: “Con il mio governo e con quello di Gentiloni non sono mai scattate clausole di salvaguardia”. Floris: “Per non farlo, però, si paga, questo è il problema”.

Renzi ironizza sull’immagine di Berlusconi comparsa in studio. Floris: “Ma lui è un leader che unisce”. Renzi: “Unisce tutto tranne i bottoni della camicia, a giudicare dalla foto”.

Renzi: “Voglio abbassare le tasse a chi ne ha bisogno davvero nella prossima legislatura”.

Renzi rinfaccia a Floris di aver trasmesso il suo sms nella scorsa stagione (“mi ha tirato uno scherzetto da prete”). Floris cade dal pero. Renzi chiosa: “Si figuri, con tutti i problemi che abbiamo, amici come prima! Sono il responsabile del suo stipendio qua!”.

Dopo la pubblicità si parla di “cose concrete”. Per esempio le multe per autovelox.

Incalzato da Floris, Giletti spiega che nella sua nuova trasmissione parlerà anche di vitalizi e privilegi.

Si parla di pensioni. In collegamento la Fornero.

Fornero applaude Giletti secondo cui “le pensioni sono la cosa più facile da scheggiare, ma sono stanco che si tocchino solo i soliti noti”.

Giletti: “Hanno messo la croce addosso alla Fornero, ma l’errore storico fu lo scalone di Maroni”.

Cazzola spiega che lui difenderà, fino alla morte, la Fornero.

Fornero: “Basterebbe che i presidenti di Camera e Senato decidessero il metodo contributivo, la stessa età di pensionamento e il contributo di solidarietà sulle pensioni passate. Si può fare in mezza giornata”.

In un servizio si raccontano i pensionati italiani emigrati in Tunisia.

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Torna Gene Gnocchi: “Avere la Fornero qui stasera è un grande piacere, perché la Fornero a DiMartedì non viene mai”.

Belpietro, Costanzo e Cazzola in collegamento, Alessandrucci, Giannini, Giletti in studio.

Costanzo: “Mi fanno tenerezza tutti i pensionati, tranne quelli del Parlamento che si fanno pagare anche la pensione dei portaborse. Si intervenga prima sui vitalizi, poi sulle pensioni delle persone comuni”

Giletti racconta un episodio che riguarda due parlamentari che sul treno Fiumicino-Roma non avevano biglietto perché convinti di non dover pagare: “è stata una trattativa faticosissima, ad un cittadino normale sarebbe costata 50 euro di multa”.

Costanzo a Giletti: “Ti rendi conto in che situazione hai lasciato la Rai?”. Giletti:” Costanzo e De Filippi mi sono vicini”. Floris lo frena: “Non è carino parlare di Rai alle spalle”.

Secondo Belpietro la soluzione è: il parlamentare deve continuare a intascare lo stipendio che percepiva prima.

Cazzola corregge Costanzo: “I parlamentari non pagano la pensione ai portaborse; i portaborse se la pagano da soli”.

Costanzo replica: “Non sono un passante, forse lei si è distratto”. Cazzola: “Vorrei sapere la sua pensione”. Costanzo: “Io ho una pensione da giornalista, faccio questo mestiere da quando avevo 17 anni”.

Si parla di Ape sociale. Costanzo: “Quando è nata l’Ape, Bruno Vespa si è incazzato come una bestia”.

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Ecco Tanica News, dal Regno Unito: “Qui si circola a sinistra e finisce che poi a destra non c’è nessuno”.

È già mercoledì. La Portel dalla redazione mostra i titoli dei quotidiani di domani e sottolinea che tutti sono dedicati all’intervista di Renzi a DiMartedì.

La Portel poi si occupa (non si sa bene per quale motivo) del cambio dei pneumatici obbligatorio dal 15 novembre.

In studio la Bertucci. Si parla dei costi dell’inverno.

Sondaggi Ipsos. Il leader più adatto a guidare l’Italia secondo gli intervistati è Di Maio. Seguono Berlusconi, Gentiloni, Renzi, Salvini.

In onda un servizio realizzato per DiArtedì: lo storico Mondini accompagna Floris tra le trincee usate nel corso della prima guerra mondiale per la battaglia dell’Isonzo.

Finisce la puntata. Alè.