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Digital Day, sì, ma c’è ancora chi ignora il web

Era curioso, ieri sera, ascoltare nel dopo-partita, oltre alle celebrazioni per la vittoria (3-1 agli Stati Uniti) della nazionale di calcio italiana e alle frecciatine calcistiche di Max Giusti (su tutte: quanto bisogna aspettare, per vedere un goal di Luca Toni in Nazionale?), le spiegazioni del passaggio al digitale terrestre, le istruzioni per l’uso di

16 Giugno 2009 05:49


Era curioso, ieri sera, ascoltare nel dopo-partita, oltre alle celebrazioni per la vittoria (3-1 agli Stati Uniti) della nazionale di calcio italiana e alle frecciatine calcistiche di Max Giusti (su tutte: quanto bisogna aspettare, per vedere un goal di Luca Toni in Nazionale?), le spiegazioni del passaggio al digitale terrestre, le istruzioni per l’uso di questo nuovo sistema che ha, come tutte le novità, sostenitori e detrattori.

Quel che posso dire da semplice spettatore è che il disturbo digitale, il drop, quello che appare come una squadrettatura nelle immagini, è una delle cose più fastidiose che si possa verificare nel corso di una pacifica osservazione televisiva. Sarà perché siamo abituati al rumore analogico, a quell’effetto neve che non vedremo mai più, o perché le immagini a quadretti, quando capitano, sono davvero brutte a vedersi.

Tant’è, è il progresso e non lo si ferma. Anche se proprio nei giorni del progresso così tanto esaltato, sia in casa RAI sia in casa Mediaset, scopriamo che le testate online non vengono accreditate alla conferenza stampa di presentazione dei palinsesti del servizio pubblico, e la cosa ci dispiace un po’ – anche se ovviamente seguiremo la giornata e le novità -. Cosa che è un po’ quel che capita quando si cerca di occuparsi, globalmente, di trasmissioni RAI. Le altre realtà, va detto per dovere di cronaca, sono generalmente più attente – fatte le debite eccezioni, che però, come tali, confermano la regola – al mondo del web, e ci facilitano decisamente la vita nel nostro compito di tentare di tenervi informati a proposito dell’universo televisivo. Il che spiega come mai, a volte, possa sembrare che qui si propenda per tutto quel che non è pubblico. Non è così, ci sono difficoltà oggettive ed è un peccato, perché un po’ di lungimiranza non guasterebbe, in tal senso.