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DI TUTTO… sfida DI PIU’

Dopo la crisi del varietà (a quanto pare ridimensionata) e del reality (ormai stazionario), c’è un genere commerciale che non tramonta mai e in cui ormai trovi… Di tutto! Tra le riviste di gossip disponibili in edicola ce n’è una nuova di zecca che fa il verso alla nota rivista popolare di Sandro Mayer. Dopo

8 Febbraio 2007 20:30

di tutto signorettiDopo la crisi del varietà (a quanto pare ridimensionata) e del reality (ormai stazionario), c’è un genere commerciale che non tramonta mai e in cui ormai trovi… Di tutto!
Tra le riviste di gossip disponibili in edicola ce n’è una nuova di zecca che fa il verso alla nota rivista popolare di Sandro Mayer.
Dopo Di Più è arrivato Di Tutto, un settimanale di cui hanno parlato in pochi e che già rivela delle perle agghiaccianti.
A dirigerlo Riccardo Signoretti, reduce dall’esperienza editoriale di Vip Party, un mensile di cui si sono perse le tracce che esordì con il servizio fotografico osè di Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi (perdonatemi, ma i numeri zero li compro tutti per pura curiosità).
Il noto opinionista ed esperto di gossip si butta nella mischia, fondendo la grafica di Vero (altra rivista da casco del parrucchiere) con le notiziole di massa di Di Più, tipo pillole di pseudo-attualità, storie di vita vissuta fino, dulcis in fundo, al chiacchiericcio spicciolo sui vip.
Non c’è molto da segnalare, se non che gran parte degli articoli sono redazionali e non firmati dagli autori, mentre la vera chicca è rappresentata dalla rubrica di punta della rivista, che ha per grande firma una Grande Sorella: Roberta Beta (su Vip Party curava Pizzicotti).

E pensare che, ai tempi del Gf, si fece prendere in simpatia per la sua istrionica verve..
Scoprire che è diventata giornalista e in che modo vale da sola lo choc provato sfogliando il giornale:

“Eccomi qua, di nuovo chiusa in una virtuale casa del Gf costretta a sorbirmi le avventure di ogni gruppo di disperati per raccontare che cosa ne penso dell’ultima edizione. La maledizione della prima edizione! Tuttavia, grazie alle pagelline che scrivevo per un noto quotidiano, sono diventata giornalista pubblicista e allora, come direbbero a Milano: tirèm innanz!”..

Era proprio necessario esordire con una tale supponenza, sputando dal piatto che l’ha resa pubblicista (solo pagelline a fronte di chi si fa le ossa nelle redazioni, scrivendo articoli a raffica senza stipendio e vita mondana)?

SCONSIGLI PER GLI ACQUISTI: Di Tutto costa 1,20 euro (al modico prezzo di un euro e venti? Di Più costa meno!): e per le prime 36 uscite ha in allegato i pezzi per comporre un servizio da caffé per 12 persone. Con il primo numero una splendida tazzina (fidatevi).