Di padre in figlia, l’Italia si ritrova allo specchio con uno sguardo efficace ed un cast all’altezza
Di padre in figlia riesce a raccontare l’Italia del passato usando sia il linguaggio classico della fiction che quello più moderno con un cast giovane che comunica con le nuove generazioni
C’è tutta l’Italia di un tempo, in Di padre in figlia, efficace affresco popolare di una Nazione che sta scoprendo i cambiamenti e che ha paura di affrontarli. La miniserie di Raiuno affronta il periodo dagli anni Sessanta agli anni Ottanta con uno scrupolo che va oltre l’attenzione del dettaglio ed al costume.
La sceneggiatura sembra infatti voler soffermarsi sulla storicità del sentimento di quel tempo, passando da padre padrone Giovanni (Alessio Boni) alla figlia pronta a difendere i propri diritti Maria Teresa (Cristiana Capotondi) fino all’aspirante ballerina Elena, i cui sogni subiscono una brusca frenata quando resta incinta (Matilde Gioli).
In mezzo, c’è un’Italia che sta scoprendo dei valori differenti, che sta imparando cosa voglia dire essere diversi, che affronta il pregiudizio a testa alta. Un’appassionante saga familiare che fa del ruolo femminile la sua parte più importante ed interessante: non c’è, qui, il rischio di dipingere gli uomini come figure negative, ma solo l’intenzione di raccontare quanto i due sessi fossero (e sono in parte ancora oggi) diversi e lontani. In questo la sceneggiatura funziona, offrendo al pubblico più tradizionale uno spaccato realistico, ed al pubblico più giovane un racconto di ribellione che infrange gli schemi e regala novità.
Proprio nel tentativo di avvicinare i più giovani, è azzeccata la scelta di un cast di giovani attori, bravi a rendere la testimonianza di un futuro che spaventa le nuove generazioni. Non sembra esserci un attore fuori posto, e questo fa decisamente la differenza per una fiction la cui impostazione resta classica ma il cui linguaggio vuole superare certi limiti.
Di padre in figlia riesce a far rispecchiare l’Italia nel suo passato, a farla riflettere ed a farle ricordare chi era. Uno sguardo da cui si esce consapevoli dei cambiamenti affrontati ma anche, purtroppo, del fatto che certi atteggiamenti possono ancora esistere in alcune famiglie. Forse saranno cambiati i toni, ma la diffidenza è ancora lì: meglio, forse, rinfrescarsi la memoria su come eravamo per evitare di commettere gli stessi errori o farne di simili.
Di padre in figlia, puntata 18 aprile 2017: anticipazioni
Una saga familiare che racconta l’Italia dagli anni Sessanta agli anni Ottanta e la fine del patriarcato: Di padre in figlia, in onda da questa sera alle 21:25 su Raiuno, è un racconto che attraversa parte della recente storia d’Italia attraverso gli occhi di una famiglia e, soprattutto, delle sue componenti femminili, che dovranno affrontare cambiamenti e desideri contrastanti rispetto allo spirito di quei tempi.
Nei quattro episodi, infatti, protagonista è la famiglia Franza, composta dal capostipite Giovanni (Alessio Boni) e dalla moglie Franca (Stefania Rocca). I due, nel 1958, rientrano in Italia dopo una lunga permanenza in Brasile, dove hanno condiviso un segreto che ancora li unisce, sebbene il loro rapporto non sia idilliaco. A Bassano del Grappa, Giovanni lavora per realizzare il proprio sogno di aprire una distilleria a conduzione familiare.
I due hanno già due figlie: la primogenita, Maria Teresa (Cristiana Capotondi), ragazza intelligente in cerca di indipendenza, ed Elena (Matilde Gioli), bellissima ragazza che sogna di diventare ballerina. Quando Franca resta incinta di due gemelli, il sogno di Giovanni di avere un erede maschio si realizza: nascono, infatti, Sofia (Demetra Bellina) ed Antonio (Roberto Gudese). Le intenzioni di Giovanni di escludere il ramo femminile della famiglia diventano chiare quando rinomina la distilleria “Franza e Figlio”. Maria Teresa, però, non gradisce le idee conservatrici del padre: lei vuole andare all’Università e, dopo essersi scontrata con Giovanni, riesce ad iscriversi a Chimica a Padova, dove si laurea.
Ma la ragazza, non trovando spazio nell’azienda del padre, si vede costretta ad accettare un lavoro presso l’azienda di Enrico Sartori (Denis Fasoli), ex amico e collega di Giovanni, che ora lavora con il figlio Riccardo (Alessandro Roja). Elena, invece, resta incinta a 16 anni di Filippo Biasolin (Domenico Diele), figlio del sindaco di Bassano Felice Biasolin (Roberto De Francesco), il che la costringe ad abbandonare i propri sogni ed a sposarsi. I due gemelli, invece, causano altri problemi ai loro genitori: se Antonio non si sente sempre all’altezza del padre ma, per non deluderlo, finge di voler seguire le sue orme, Sofia ha uno spirito ribelle che, negli anni Settanta, la porterà a compiere azioni estreme, fino a subire le ire di Giovanni.
In tutto questo, Franca deve subire l’autorità del marito, sebbene abbia l’occasione di lasciarlo quando in Italia si presenta Jorge (Carmo Della Vecchia), brasiliano con cui in passato ebbe una storia. La donna, però, è troppo legata alla sua famiglia, al punto da farsi aiutare da Pina (Francesca Cavallin), prostituta ed amante di Giovanni, per ottenere la propria indipendenza. La serie arriva così fino agli anni Ottanta, mostrando come le donne della famiglia sono riuscite, tra ostacoli e dubbi, a mostrare la propria determinazione ed ad ottenere ciò che volevano: rispetto ed indipendenza.
Prodotto da Rai Fiction e da Bibi Film Tv, Di padre in figlia ha il soggetto di Cristina Comencini ed è stato scritto da Giulia Calenda, Francesca Marciano e Valia Santella, per la regia di Riccardo Milani. Una saga familiare, come detto, dal punto di vista delle donne, come spiegato dal direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta durante la conferenza stampa:
“Questo prodotto è straordinario e speciale; ha una materia emotiva incandescente, ma attraversa anche temi alti: il racconto del Paese e dei suoi cambiamenti. È un racconto dal punto di vista delle donne”.
Una miniserie che affronta i cambiamenti del Paese e come le donne li hanno affrontati, ha spiegato la Comencini:
“Dagli anni Cinquanta a oggi tutto è mutato nei rapporti di coppia, nel matrimonio, nel lavoro, nel rapporto con i figli, proprio perché le donne si sono emancipate, hanno cercato un nuovo modo di lavorare, amare, sposarsi e stare insieme. Questo ha determinato anche la caduta della figura del padre tradizionale con i conflitti, le fragilità, le conquiste e gli errori di un passaggio storico. Ho scritto un soggetto che aveva al centro questo cambiamento, in una famiglia prima contadina e poi di produttori di grappa. Scorrono nel racconto i grandi eventi della storia delle donne: la chiusura delle case chiuse, il divorzio, il femminismo, visti all’interno dei conflitti e dei rapporti familiari.”
Per il regista, infine, non si tratta solo del racconto di una famiglia, ma della storia dell’Italia e della sua gente:
“Affrontare ‘Di padre in figlia’ ha significato per me, ancora una volta, l’impresa difficile e importante di raccontare il mio Paese, la sua storia, le sue trasformazioni. Una famiglia italiana che come tante famiglie italiane ha affrontato il dopoguerra. E il nostro dopoguerra spesso ha significato emigrazione. Non è ovviamente casuale quindi il fatto che i titoli di testa delle quattro puntate siano le immagini vere dei nostri migranti che dalla loro terra, la nostra terra, sono partiti per attraversare oceani e raggiungere terre straniere e impiantare lì le loro vite.”
Di padre in figlia, puntata 18 aprile 2017: come vederlo in streaming
E’ possibile vedere Di padre in figlia in streaming sul sito ufficiale della Rai, mentre da domani sarà possibile vederlo in Rai Replay.
Di padre in figlia, puntata 18 aprile 2017: Second screen
Si può commentare Di padre in figlia su Twitter, usando l’hashtag #DiPadreInFiglia.