“A me personalmente spaventa avere un commissario che gira con la divisa, non l’ho mai subito il fascino della divisa”. Fanno discutere le parole di Michela Murgia, rilasciate nel corso dell’ultima puntata di Di Martedì. Obiettivo delle sue critiche è il generale Francesco Paolo Figliuolo, da poco più di un mese commissario straordinario per l’emergenza covid.
A provocare la scrittrice ci ha pensato Giovanni Floris, probabilmente consapevole di ciò che avrebbe detto la sua ospite. Il conduttore ha infatti elencato i recenti slogan pronunciati da Figliolo, da “fuoco alle polveri” a “nuovo fiato alle trombe”, sottolineando il cambio di passo – anche sul fronte verbale – rispetto al passato.
Un assist perfetto, puntualmente raccolto dalla Murgia. “Da un uomo che proviene da un contesto militare non ci si può che aspettare un linguaggio di guerra. Mi domando se il linguaggio di guerra sia quello giusto da utilizzare con chi non è militare, cioè con tutto il resto del Paese”.
Nel mirino è finita quindi la presunta mitizzazione dell’idea dell’uomo forte: “Funziona? Ma funziona su chi? Non capisco. Io gli unici uomini che ho visto in divisa davanti alle telecamere, che non fossero le forze dell’ordine durante un arresto importante, sono i dittatori. Quando vedo un uomo in divisa mi spavento sempre, non mi sento più al sicuro. Non sono sicura che la categoria bellica sia la categoria con cui si può responsabilizzare un paese. Ci spaventa di più”.
La Murgia, su La7 per promuovere il suo nuovo libro intitolato Stai Zitta, è inoltre tornata sul duro scontro andato in scena l’anno scorso a Radio Capital con lo psichiatra Raffaele Morelli: “Stai zitta si dice ancora, eccome. A me fu detto da uno psichiatra durante una trasmissione radiofonica perché lo avevo contraddetto. Per noi donne parlare scatena reazioni forti, spiegare il mondo appartiene all’uomo”.