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Das Boot su Sky Atlantic una serie claustrofobica a bordo di un sottomarino nazista

Su Sky Atlantic dal 4 gennaio arriva Das Boot serie tv tedesca ambientata in parte in un sottomarino nazista e nella Francia occupata del 1942

pubblicato 4 Gennaio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 03:29

La seconda guerra mondiale per i tedeschi è un terreno ancora complicato da affrontare, le storie, i film legati a quel periodo sono per lo più sempre raccontati dal punto di vista degli Alleati, di chi la guerra l’ha vinta.

Sky Deutschland insieme a Bavaria Fiction e Sonar Entertainment in Das Boot mette al centro i soldati tedeschi, i loro tormenti, ma anche le motivazioni che spinsero dei ragazzi ad arruolarsi in un conflitto senza senso. La serie in otto episodi è ispirata all’omonimo romanzo di Lothar-Günther Buchleim già portato al cinema nel 1981, conosciuto in Italia con il titolo di U-Boot 96. La serie in 8 episodi arriva dal 4 gennaio su Sky Atlantic HD anche in streaming su Sky Go e Now Tv con gli episodi disponibili su Sky On Demand (e il cofanetto che immaginiamo entrerà subito dopo nel catalogo Box Sets di Sky).

Per evitare di realizzare un remake del film, la serie tv racconta le vicende parallele del sommergibile U-612, ultimo prodigio dell’ingegneria tedesca ma anche di chi, nella Francia occupata dai nazisti, prova a organizzare una resistenza verso il nemico.

Das Boot, ancor prima del debutto in Germania e Austria dei mesi scorsi, è stata venduta nel mondo in oltre 100 episodi e sarà trasmessa tra gli altri su HULU negli Stati Uniti, su AMC in Spagna e Portogallo, su StarzPlay in Francia. Una diffusione favorita anche dalla presenza di un cast internazionale con Lizzy Caplan, Vicky Krieps, Tom Wlaschiha, James D’Arcy, Rainer Bock tra gli altri, guidati dal regista austriaco Andreas Prochaska.

L’amore per il passato di Sky Deutschland

Dopo il grande successo internazionale di Babylon Berlin, Sky Germania torna a raccontare il passato con impeccabili e puntuali ricostruzioni, una cura del dettaglio maniacale. In patria il successo di Das Boot è stato ancora più grande rispetto a quello di Babylon Berlin a conferma dello spazio che le produzioni europee cominciano ad avere nel mercato internazionale e nei loro paesi.

Il miscuglio linguistico apprezzabile con una visione in lingua originale, è utile a rendere in modo ancor più realistico il senso di occupazione e invasione dei tedeschi del territorio francese. La serie è infatti girata in francese, tedesco e inglese e pur essendo ambientata in Francia durante l’occupazione del 1942, la lingua principale è il tedesco, almeno nei primi due episodi che abbiamo avuto modo di vedere in anteprima.

Il tedesco è la lingua dell’invasore e gli abitanti dell’Alsazia francese, tedeschi nello spirito ma francesi per cultura, sono visti con diffidenza, marchiati dall’onta di essere dei traditori seppur involontari. Il francese e l’inglese è invece la lingua della resistenza.

Das Boot la trama

Nella Francia occupata del 1942 Simone Strasser (Vicky Krieps) giunge a La Rochelle come traduttrice della Marina tedesca, dove è stanziato il fratello Frank (Leonard Scheicher) che però sarà obbligato a imbarcarsi sulla U-612. La separazione dei due fratelli, aiuta lo spettatore a seguire le vicende della serie tv nei due diversi scenari: La Rochelle e il sottomarino.

Proprio il comandante dell’U-612, Klaus Hoffman (Rick Okon) è il collegamento diretto con il libro e il film precedente, essendo infatti il figlio di un leggendario comandante della U-Boat. Non sarà facile per Klaus ottenere il rispetto e l’obbedienza dei suoi sottoposti e questo lo porterà a compiere scelte anche estreme per dimostrare le proprie capacità e di non essere semplicemente “il raccomandato”.

Le vicende di Simone si intrecciano con quelle della resistenza quando Frank le chiede un favore che la condurrà direttamente a fare la conoscenza di Carla Monroe (Lizzy Caplan). Dovrà quindi destreggiarsi tra il lavoro di traduttrice e il legame con la resistenza, provando a evitare il capo della Gestapo della città Hagen Forster (Tom Wlaschiha) già diffidente per le origini alsaziane della ragazza.

Uno spy thriller claustrofobico

Come è giusto e scontato che sia essendo parzialmente ambientato in un sottomarino, la cifra caratteristica di Das Boot è la claustrofobia, non solo per le parti marine ma anche per quelle sulla terra ferma, tra stretti primi piani, spazzi chiusi e limitati. Una chiusura mentale e fisica che fa di questa serie tv in 8 episodi in arrivo dal 4 gennaio in Italia, una tra le più attese di questo nuovo anno, frutto di una sapiente combinazione tra un cast di buon livello, scene d’azione e elementi al limite del thriller psicologico. 

Una storia asciutta e senza particolari fronzoli che catapulta lo spettatore nel pieno dell’occupazione nazista in Francia e a bordo del sottomarino tedesco, nuovo in tutte le sue parti sia quelle tecnologiche che quelle umane considerando l’arrivo di un nuovo comandante giovane e inesperto ma desideroso di imparare. Se Simone e Carla (anche se quest’ultima solo nel secondo episodio) catturano l’attenzione nella parte ambientata sulla terraferma, a bordo del sottomarino è difficile entrare in sintonia con i diversi personaggi. Almeno inizialmente si susseguono rapidamente troppi volti e personaggi fin troppo simili per essere distinguibili, un’espediente che porta lo spettatore a considerare i 40 marinai come un solo corpo rinchiuso in uno spazio ristretto. Qui è l’azione, il movimento continuo, la caccia alle missioni il punto focale delle vicende.

Uomini soli, alla deriva, in balia di una guerra più grande di loro, in cui si ritrovano in modo inconsapevole dal lato sbagliato della storia. Cosa spinge un ragazzo a imbarcarsi su un sottomarino per combattere un nemico che non conosce? Tutti i dubbi e i limiti di tutte le guerre combattute in ogni luogo, vengono riassunti in quella seconda guerra mondiale che ha sconvolto il mondo intero.

Sky Atlantic