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Daniele Bossari, una carriera che è tutta un Azzardo

Daniele Bossari faceva bene ad aspettare prima di cantar vittoria. Alla vigilia dell’ufficializzazione della chiusura di Azzardo, il conduttore più sopravvalutato della tv gongolava in un’intervista rilasciata al Giornale, rivendicando superbamente l’eredità di Gerry Scotti:“Gerry Scotti ha detto che sono io il suo erede televisivo. E forse per questo ora conduco un quiz. Sono felice.

21 Marzo 2007 15:05

daniele bossari azzardoDaniele Bossari faceva bene ad aspettare prima di cantar vittoria. Alla vigilia dell’ufficializzazione della chiusura di Azzardo, il conduttore più sopravvalutato della tv gongolava in un’intervista rilasciata al Giornale, rivendicando superbamente l’eredità di Gerry Scotti:

“Gerry Scotti ha detto che sono io il suo erede televisivo. E forse per questo ora conduco un quiz. Sono felice. Pensavo che il lato più bello del mio lavoro fosse il contatto con il pubblico, stile Festivalbar. Seguivo da spettatore il programma quando lo conduceva Alessandro e già mi piaceva moltissimo. La formula è più o meno la stessa, ma adesso, con il duello finale più agguerrito, funziona meglio”.

Che il quiz fosse nato per non avere troppo successo ai danni dell’ammiraglia, Bossari ne era consapevole. Peccato che, anzichè andare in onda sino ai primi di aprile, venga segato alla fine di questa settimana. E questo Bossari, con la sua aria tronfia, non poteva certo immaginarlo.

“Magari chiudere per i troppi ascolti! Significherebbe che ho lavorato bene, che ho fatto bella figura con gli addetti ai lavori. È l’unica cosa che desidero. Del resto, con i quiz parto da zero. Il programma durerà fino agli inizi di aprile, e ne approfitterò per imparare il più possibile a fare bene questo mestiere. Senza l’assillo degli ascolti la vita sarà più facile”.

Appartenente alla categoria dei volti giovani del piccolo schermo (il pubblico si chiede quando gli spunteranno le prime rughe e se finirà anche per lui il tempo dei giochi), eterno ragazzo della generazione di Mtv con faccia pulita e comunicativa che fa tendenza, Bossari è uno dei tanti miracolati di cui non ti chiederai mai: “Ma dove è finito?”. La sua faccia birichina e la sua mimica monocorde stanno sempre lì. Non importa che conduca Fuego o Wozz’up, che faccia l’inviato de La Fattoria o passi alla concorrenza al timone di Furore. E’ riuscito ad affossarli tutti senza far torto a nessuno (quando si dice la coerenza…).
Fa flop a Popstar, e passi. Torna sul luogo del delitto con Superstar, ed è un disastro peggiore del precedente. Si pone inizialmente alla guida di un progetto sperimentale come Saranno Famosi, e se non fosse corsa ai ripari la De Filippi probabilmente i suoi Amici non avrebbero mai avuto un futuro. Quando gli fanno presente la cosa, è subito pronto a rivoltare la frittata quasi che i meriti siano stati suoi:

“Saranno famosi era un’idea di Maria e sapevo che lei mi sarebbe subentrata dopo un anno. Aveva solo bisogno di un giovane che lanciasse il programma e fui lusingato che volesse me”.

Insomma l’unico presentatore della tv italiana che con i suoi occhioni dolci e una tenera espressione da farlocco riesce a farsi perdonare tutto. Anche ascolti in grado di competere con quelli di La 7 (strano che non l’abbiano chiamato lì, sarebbe stato coerente con la logica audiencechissenefrega della rete). Ma poichè i vertici della direzione Mediaset non sono proprio così sprovveduti, hanno pensato di onorare qualche debito di riconoscenza (di cui ancora noi tutti ignoriamo la ragione) nei confronti di Bossari attutendo i rischi di debacle totale. Ecco che tra gli ultimi progetti affidatigli ci sono Festivalbar e Top of The Pops, i classici format che vanno bene da soli (salvo chiusura per cause di forza maggiore come nel secondo caso), con un loro pubblico concentrato sulla musica e non sul lancio impostato di turno. L’importante è che Daniele legga la scaletta, ammicchi quanto basta per dare la linea alla hit musicale di turno e non faccia troppi danni. Per la serie, non ci vuole una lunga gavetta per annunciare le classifiche. Regredendo allo stesso livello da cui si era partiti, senza essersi più ripresi: quello del vee-jay monocorde di Select. Da allora, il nulla. O meglio, un punto di non ritorno. Verso una grande occasione (mancata).
L’azienda, infatti, gli ha accordato l’ennesima fiducia (immeritata) affidandogli la conduzione della seconda stagione di Campioni. I risultati sono noti a tutti: il brusco e disperato calo di ascolti del programma, specialmente nella striscia del sabato, ha impostato dei doverosi tagli, di investimenti e visibilità televisiva. Insomma, tutto ciò che ha impresso il faccione Bossari (a sopravvivere solo l’innocua e calcistica partita della domenica).

“Quando presi il posto di Ilaria D’Amico a Campioni e la trasmissione chiuse i battenti, il dispiacere fu enorme”.

Quando si dice, un marchio di fabbrica che, in quanto a ostacolare i piani del team, riesce a far invidia alla Talpa. Di cui un giorno, chissà, potrebbe diventare l’erede di Alessandro Greco, visti gli stessi trascorsi professionali e… fallimentari!
Ci manca solo che lo ricordino come ‘quello che sta con Filippa Lagerback’, che gode di miglior fortuna catodica a Che Tempo che Fa.

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