Daniela Ferolla: “Non mi sento ingabbiata dall’etichetta di Linea verde. Posso ancora sperimentare altro”
Tornata in onda sabato con Linea verde life, Daniela Ferolla è pronta ad affrontare ora anche nuove sfide per crescere professionalmente.
Ripartita due giorni fa con Linea verde life, Daniela Ferolla è il volto femminile dello storico programma di Rai 1 con più edizioni all’attivo della versione domenicale. Per il terzo anno consecutivo la conduttrice torna in coppia con Marcello Masi alla guida della versione prefestiva di Linea verde. Parlando con lei, però, non si può gettare uno sguardo sul futuro e allo stesso tempo non ripercorrere la sua carriera, partendo da dove per lei tutto è cominciato.
Nei giorni scorsi è stato ricordato il ventennale dell’attentato alle Torri Gemelle. Tu rimarrai alla storia per essere stata incoronata Miss Italia meno di ventiquattro ore prima. A distanza di anni come ricordi il contrasto emotivo sperimentato in quelle ore?
La sera del 10 settembre ero la ragazza più felice d’Italia. Anche la mattina dopo ero al settimo cielo, con i miei famigliari che erano venuti a salutarmi a Salsomaggiore. Dopo la conferenza stampa, nel pomeriggio stavo facendo le foto di rito quando mi sono accorta che stava accadendo qualcosa. Nella hall dell’albergo stavano tutti vicini a un televisore e con il fotografo e lo staff ci siamo chiesti che cosa fosse accaduto. Pochi minuti dopo sono iniziati a squillare tutti i telefoni e abbiamo presto capito la tragica vicenda avvenuta. Tutta quella gioia e quella contentezza, mai provate fino ad allora, sono completamente sparite nel momento in cui ho compreso quello che stava accedendo.
Miss Italia ha comunque rappresentato il trampolino di lancio della tua carriera. Come valuti oggi il concorso?
Miss Italia ha più di ottant’anni di storia alle spalle e credo che non si debba rinunciare a questo concorso di bellezza. È normale che la manifestazione si debba adattare a quelle che sono le ragazze di oggi, indubbiamente diverse da quelle che erano le ragazze venti anni fa. Tutti i programmi, in fondo, si devono adattare ai tempi e forse la difficoltà degli ultimi anni è stata proprio questa, adattarsi a un contesto socio-culturale mutato.
In molti probabilmente non lo sapranno: tu hai deciso di proseguire gli studi e ti sei laureata in Scienze della comunicazione alla Cattolica di Milano. Dal 2012 sei iscritta anche all’ordine dei giornalisti pubblicisti. Quanto c’è di giornalistico nella tua conduzione di Linea verde life?
In un programma come Linea verde life che tratta temi come sostenibilità, ambiente e natura l’approccio giornalistico c’è sempre e il fatto di essere giornalista ti dà una marcia in più, ti permette di avere uno sguardo più profondo sulle cose. Quando mi sono approcciata alla conduzione televisiva, ho trovato quasi naturale scegliere di studiare Scienze della comunicazione: questi studi mi hanno permesso di essere più completa e di avere uno sguardo a trecentosessanta gradi.
Ti sei mai immaginata alla conduzione di un programma di infotainment?
Mi piacerebbe condurre un programma di infotainment perché mi permetterebbe di spaziare dall’intrattenimento all’informazione. Per il momento mi sono relazionata più con l’intrattenimento, anche con delle prime serate, e devo dire che lì mi sento molto a mio agio. Forse però sono ancora in una fase che mi permette di sperimentare e quindi crescere.
Chi ti ha chiamato nel 2014 alla conduzione di Linea verde?
Mi arrivò una telefonata dall’allora direttore di Rai 1, Giancarlo Leone. Io ero in aereo e vidi la chiamata solo una volta scesa all’aeroporto di Napoli. Lo richiamai e non mi sarei mai aspettata di ricevere come notizia di essere la nuova conduttrice di Linea verde. Con lui ci eravamo già incontrati e sapeva quanto mi considerassi affine a un programma del genere. Venivo dalla gavetta fatta su Rai 5 e poi come inviata a Unomattina e a La vita in diretta, dove fra l’altro avevo fatto anche un po’ di cronaca. In quel momento la conduzione di Linea verde ha rappresentato un salto professionale importante.
Dopo sette anni, non temi di rimanere ingabbiata nell’etichetta di conduttrice di Linea verde? Hai mai pensato che la conduzione di questo programma ti abbia privato di altre opportunità professionali?
Per fare Linea verde e Linea verde life devi avere una tempra bella forte e, se non ce l’hai, la devi forgiare, come è successo a me. Non credo che un programma del genere ti possa danneggiare nel caso in cui tu lo faccia da molto tempo. Forse è difficile trovare qualcos’altro che sia all’altezza di Linea verde perché in fondo i programmi sono quelli, non è che ci possa inventare chissà cos’altro.
Con Linea verde ti sei sempre confrontata con una conduzione in esterna e in coppia. Ti sentiresti pronta per condurre un programma da studio, magari in solitaria?
Credo di essere pronta più di qualche anno fa ad affrontare una conduzione in studio, anche se credo che alla fine si impari sempre sul campo.
Per questa nuova edizione di Linea verde life sono previste delle novità o si proseguirà sulla linea di quanto fatto negli scorsi anni?
Come si dice, squadra che vince non si cambia. Tutte le persone che lavorano al programma sanno bene dove dobbiamo andare. C’è una bella coesione, una bella armonia, che non è non scontata quando si lavora in una redazione formata da tante persone. Nel racconto delle città ci porteremo anche leggermente fuori, andando ad approfondire alcune dimensioni territoriali limitrofe.