Dal Pater MasterChef all’Isola di Rocco Siffredi: la tv è di nuovo per uomini duri?
In tv è tornato l’uomo al comando: dai giudici di MasterChef a Rocco Siffredi. Arisa e Emma figliocce di Carlo Conti, mentre Sarcina rieduca i ragazzi di strada di Amici
Sino a qualche anno fa c’era la rivincita delle regine tv. Simona Ventura che aveva RaiDue ai suoi piedi, Antonella Clerici che faceva da sola il botto a Sanremo (dopo essere stata sfrattata dalla sua cucina), Alessandra Celentano che faceva tremare qualsiasi maestro di danza, Belen Rodriguez che aveva domato il più riottoso dei Maschi Alfa. E poi c’erano i Platinette, gli Alfonso Signorini, i rampanti adulatori delle Grandi Sorelle al comando (vedi un’Alessia Marcuzzi, quando ancora le lasciavano condurre un programma da sola).
Oggi basta vedere una puntata di MasterChef per scoprire, in un’Italia da Mattarella al comando, che anche in tv sono ritornati a comandare loro: gli uomini tutti di un pezzo. E’ a dir poco invidiabile l’ascendente che i giudici del talent Sky hanno sui concorrenti. E non parlo di ascendente professionale (peraltro non scontata in un talent, vista l’inutilità dei giudici di Forte Forte), ma umano. Ogni volta che Cracco si avvicina a un concorrente, specialmente se di sesso femminile, scatta il senso di soggezione. E, se Cracco ti fa un complimento, ti senti Dio, come neanche quando prendevi 9 al compito di latino con il prof più severo di tutti. Ma, paradossalmente, sono molte le donne che godono a essere trattate male dallo chef stellato.
D’altro canto, dietro le frecciatine di Bastianich, si nascondono vere e proprie prediche da papà burbero. Molto spesso il ristoratore va sul personale, come quando ha invitato Nicolò a crescere o Paolo a tirar fuori le palle. C’è qualcosa di freudiano nei testi degli autori, che fanno dei giudici di MasterChef dei veri padri padroni?
Per non parlare della perla dispensata nella puntata di ieri sui titoli di coda, degna di un grande saggio: “quando restano i migliori, cadono i più stanchi”. Anche Antonino Cannavacciuolo, nella veste di giudice guest star, è stato un’autentica rivelazione patriarcale, alternando commenti duri a pacche sulla spalla.
Insomma, MasterChef è diventato imperdibile non tanto per la formula, sempre più stantia, quanto per il fascino della tirannide che aleggia intorno ai giudici e il modo in cui riescono a farsi rispettare (neanche un Preside di una scuola è tanto amato e temuto al tempo stesso).
Lo stesso effetto lo stiamo vedendo all’Isola dei Famosi. Tra primedonne ai ferri corti e un Signorini bollito colui che davvero tiene duro è Rocco Siffredi, l’ultimo Mito di una generazione maschile che come alternative ha Valerio Scanu (!!!) e Alex Belli (?). Anche ad Amici sono arrivati i rinforzi di un Duro e dannato, quale Francesco Sarcina, il maestro alternativo che sa come mettere a posto i ragazzacci di strada (citofonare Briga). Altro che guanti di velluto di Rudy Zerbi.
Insomma, ci abbiamo messo vent’anni per uscire dal baudismo e altri dieci per non pendere dalla bonomia dello zio Gerry. E ora siamo qui, ad attendere Re Carlo a Sanremo neanche ci vendesse l’anello dell’anno, con Arisa e Emma sotto la sua egida paterna, com’è stato per le Serena Rossi e le Clizia Fornasier. In fondo è cambiato tutto perché tutto tornasse com’era prima: chiusa la parentesi delle Lorella Zanardo, i pantaloni in tv li riportano gli uomini (perché se ne sentiva un disperato bisogno). E non a caso Mediaset ha ricominciato a fare ascolti con le tette di Nina Moric e la Rodriguez Desnuda dei poveri…