Home Netflix Dahmer, la madre di una vittima contro la serie Netflix: “Chi li ha autorizzati?”

Dahmer, la madre di una vittima contro la serie Netflix: “Chi li ha autorizzati?”

La madre di una delle vittime di Dahmer accusa Netflix di aver usato nomi e dettagli senza rispetto per il loro dolore.

13 Ottobre 2022 20:43

Da una parte scala le classifiche di visualizzazione, dall’altra continua ad alimentare polemiche: parliamo di Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer,  la serie di Ryan Murphy che ripercorre i sanguinosi delitti del serial killer di Milwaukee che tra il 1978 e il 1991 uccise 17 tra uomini e ragazzi. Della sua prima vittima, diciottenne, era coetaneo; quella più giovane aveva appena 14 anni. La serie – 10 puntate difficili da digerire per diversi motivi – ricostruisce in maniera quasi maniacale – come nello stile di Murphy – vicende private e momenti mediali, partendo dalle confessioni dello stesso killer, che a propria volta sono diventate materiale per un ciclo della serie Conversazioni con un Killer dal titolo “Il caso Dahmer”, anch’esso disponibile su Netflix. Un’attenzione ai dettagli che ha infastidito molti, ma che ha colpito soprattutto i parenti delle vittime.

L’ultima ad aver protestato contro Netflix è la madre di Tony Hughes, Shirley. La storia del figlio, aspirante modello sordo ucciso a 31 anni e protagonista della sesta puntata della serie di Murphy, ha tuonato contro la piattaforma e contro la produzione, rea di aver raccontato fatti non veri e soprattutto di aver usato i veri nomi e diversi dettagli senza chiedere neanche il permesso alle famiglie.

“Come è possibile che usino i nostri nomi e raccontino certe cose!”

si domanda la donna, che appare nella serie interpretata da Karen Malina White in una scena in cui parla a tavola con il figlio.

Certo è che ci sono tonnellate di atti pubblici legati alle indagini e al processo contro Dahmer, quindi certi fatti e certi eventi sono noti ai più. Di fatto usarli per una narrazione è un’altra cosa.

Shirley Hughes non è stata la prima a protestare contro la serie Netflix: come ricorda EW, già la sorella di Errol Lindsey, Rita Isbell, ha accusato la produzione per non essere mai stata contattata nel corso della lavorazione, nonostante appaia sullo schermo interpretata da un’attrice mentre rende una dichiarazione nel processo contro Dahmer. I parenti, inoltre, lamentano di essere stati sottoposti a uno stress emotivo notevole, ora che si ritrovano l’orrore tra i programmi più visti nel mondo. 

Dahmer, un fenomeno mediale

C’è da dire che il progetto fictional di Ryan Murphy sembra aver risvegliato il generale interesse per il ‘cannibale di Milwaukee’. Oltre alla serie fictional e alla docuserie del ciclo Confessioni di un killer, entrambi su Netflix, si aggiunge il doc Jeffrey Dahmer: il Cannibale di Milwaukee su Discovery+, mentre Amazon Prime Video propone il film Dahmer: il cannibile di Milwaukee (2002, David Jacobson) e il doc Dahmer on Dahmer: A Serial Killer Speaks (su Hayu). Il fatto che Dahmer abbia confessato con dovizia di particolare i suoi crimini è stata la manna per la docuserialità…

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