Dal 3 aprile non sarà più consentita la vendita di televisori senza dtt integrato. Sta per cominciare la nuova era televisiva
C’è poco da fare: questo momento mediatico-televisivo ce lo ricorderemo. Aver avuto la fortuna di viverlo oggi ci permetterà, in futuro, di poter raccontare a chi vorrà saperlo come e quando la tv cambiò alla fine della prima decade degli anni Duemila. Dei contenuti abbiamo già parlato diffusamente, in lungo e in largo; dei nuovi
C’è poco da fare: questo momento mediatico-televisivo ce lo ricorderemo. Aver avuto la fortuna di viverlo oggi ci permetterà, in futuro, di poter raccontare a chi vorrà saperlo come e quando la tv cambiò alla fine della prima decade degli anni Duemila. Dei contenuti abbiamo già parlato diffusamente, in lungo e in largo; dei nuovi interpreti, di “SkRaiSet”, della diffusione tematica e capillare di Sky. S’è già detto tutto di tutto e quello che resta da fare, adesso, è aspettare e vedere come si assesterà la nuova sostanza.
L’ultima novità, non certo inattesa, ma comunque corposa, è che da venerdì 3 aprile, in Italia potranno essere venduti solo televisori con il decoder digitale terrestre integrato. Si tratta del terzo e ultimo atto previsto dal decreto legge approvato il 3 ottobre 2007 (n. 159), vale a dire quello in merito agli “Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale”.
Ripercorriamoli velocemente questi “atti”, poi diremo qualche altra cosa in merito alla vendita esclusiva dgli apparecchi integrati: in primis fu l’etichettatura di tutti gli schermi e gli imballaggi delle tv analogiche con una dicitura del tipo: “questo televisore non è abilitato a ricevere autonomamente trasmissioni in tecnica digitale”. Quindi, circa un anno dopo, la richiesta rivolta ai produttori perché costruissero solo tv con con sintonizzatore digitale integrato. Adesso il terzo passaggio, fondamentale, sulla distrubuzione e vendita. Insomma ci siamo: lo switch off totale previsto nel 2012 sembra procedere secondo le scadenze.
Ma torniamo a bomba.
Fino ad oggi chiunque di noi poteva entrare in un negozio e acquistare un bel televisore analogico e tornarsene a casa. Fare questo, da venerdì 3, non sarà più possibile. Per fugare ogni ragionevole dubbio al momento dell’acquisto (la qual cosa, tuttavia, dovrebbe essere inutile visto che, ci dicono, sarà proibita direttamente la vendita di televisori “vecchia maniera”, perciò, in linea teorica, non sarà nemmeno possibile sbagliarsi…), per essere sicuri, dicevo, dovremo accertarci che il nostro apparecchio appena comprato presenti il bollino bianco DGTVi, che è l’associazione che si occupa fattivamente dello sviluppo del digitale terrestre.
Se in casa doveste già disporre di un televisore senza set top box integrato, ebbene, potrete comunque acquistare quest’ultimo strumento separatamente. Com’è ovvio. Con il digitale terrestre è possibile ricevere 27 canali nazionali in chiaro (gratuitamente), mentre senza di esso disponiamo solanto dei fatidici nove, quelli del telecomando per intederci, da Raiuno a All Music. Lo sappiamo tutti.
Ricordiamo, infine, sempre per estrema chiarezza espositiva in questa fase cruciale, che lo “switch off” procederà a tappe, secondo il programma di cui abbiamo già parlato, regione per regione. A maggio toccherà a Torino e Cuneo; quindi Trentino, Alto Adige, parte del Lazio e Campania. Per tutto questo non sarà necessario cambiare l’antenna per ricevere il segnale, a meno che cavi vecchi e consunti non richiedano una sostituzione tecnica. In zone particolari (per esempio in montagna) dove il segnale avesse difficoltà ad arrivare, ci si dovrà dotare di una parabola satellitare, a meno che non si disponga già di quella di Sky.