Cultura Moderna, successo confermato
Non mi sono espressa subito sul nuovo programma di Antonio Ricci, Cultura Moderna, perché volevo giudicarlo senza i pregiudizi che avrebbero influenzato una visione “superficiale” del programma. Dopo oltre due settimane di messa in onda, posso commentare con cognizione di causa. E’ una buona trasmissione, molto più di quanto mi aspettassi inizialmente. E’ immediata, divertente,
Non mi sono espressa subito sul nuovo programma di Antonio Ricci, Cultura Moderna, perché volevo giudicarlo senza i pregiudizi che avrebbero influenzato una visione “superficiale” del programma. Dopo oltre due settimane di messa in onda, posso commentare con cognizione di causa.
E’ una buona trasmissione, molto più di quanto mi aspettassi inizialmente. E’ immediata, divertente, spensierata ed “estiva” al punto giusto. Teo Mammucari, pur non brillando come in altri programmi tipo Le Iene o Libero, è un buon padrone di casa, piacevole e spassoso.
L’audience sembra darmi ragione, visto che Cultura Moderna la settimana scorsa hanno avuto una media di 4 milioni di spettatori, con punte fino a 4,8 milioni nonostante l’ultimo quarto d’ora di trasmissione fosse in contemporanea con gli inizi delle partite dei Mondiali di calcio.
Probabilmente ciò che piace al pubblico, oltre al potersi mettere alla prova indovinando il personaggio misterioso, è la spontaneità di alcuni concorrenti che sembrano detentori di poteri occulti. Spesso infatti anziché chiedere il sesso o l’età del personaggio, chiedono se questo sia sposato con la tal persona o se abbia in passato condotto una determinata trasmissione. Le scontate risposte negative di Mammucari creano il più delle volte delle espressioni sbigottite, quasi il concorrente avesse la certezza di conoscere fin da principio il nome del vip nascosto nella cabina. O forse si tratta solo dell’espressione di chi si rende conto di aver fatto una domanda assurda e di dover sparare nel mucchio, perdendo ogni possibilità di vincere i 500mila euro in palio.