Cucine da Incubo Italia 4 | Ultima puntata 29 maggio 2016 | Cannavacciuolo al Davis

Poco meno di mezz’ora prima dell’ultima puntata della quarta stagione di Antonino Cannavacciuolo.

Ci siamo quasi: arrivato il lieto fine per il film precedente, tutti pronti alle #CannaPacche.

Da una cucina stellata a una trattoria di periferia, questo il succo della parabola del Davis. E a sentire i vaffa che si scambiano marito e moglie in cucina, non è l’unico problema.

Nino Giannone e la moglie Tina gestiscono questo Bar Davis, in un centro sportivo.Non proprio un esempio di stile. Servizio mensa a pranzo e tre anni senza stipendio.

Il ‘degrado umano’ nasce dalla storia del protagonista, che per 20 anni era l’anfitrione del Drop In, ristorante del bel mondo meneghino. E dopo andava a divertirsi con i suoi ospiti.

Nel 2009 delle gravi beghe con i soci, esce dal Drop In con una mano avanti e una indietro. E la depressione incombe. La moglie, alla quale il menage allegro del marito ai tempi belli, quasi glielo rinfaccia. Che ambientino. E in questo le foto delle glorie passate non aiuta.

Ecco Cannavacciuolo, che fatica a trovare il ristorante nel centro sportivo.

Il Cannavacciuolo si mette in coda per l’assaggio: In sala c’è Massimiliano, il figlio della coppia amorevole. Che si stupisce pure che lo chef chiami il Davis per quello che è, una mensa. Il requiem come colonna sonora è fantastica.

Che ci fosse qualcosa che non va tra Nino e la moglie si era capito, eh.

Subito Nino però fa la ruota sul suo Drop In. Ma a Cannavacciuolo interessa solo questo Davis…

“Assaggio un po’ di tutto, meno gli spinaci” dice lo chef… “Sono allergico agli spinaci congelati in busta”.

“Ma neanche le patate c’erano al mercato? Costano troppo? Se non potete comprare una patata è meglio che chiudete, signo'”.

“Neanche la CUCCUMA si sente in questo risotto, qua’ Zafferano”. Neanche la cuoca riesce a mangiare il surgelato.. Basta un assaggio a Tina e a Nino per far capire l’abc.

Stasera facciamo “Mensa da Incubo”, dice lo chef. “Non mi parlare di food cost in un piatto senza food cost… ” dice Canna.

“Non è che vengo qui a mangiare la roba in scatola. Che vuol dire che è ‘cibo da pranzo’: a pranzo puoi mangiare una chiavica?”.

Chef Cannavacciuolo assaggia anche qualcosa del menu ‘serale’: intanto la colonna sonora scava negli anni ’80 per ricordare i fasti del Drop In (e si sente Smalltown Boy dei Bronski Beat). Intanto la pasta con le vongole esce prima dell’antipasto.

In sala si sentono tutti i litigi della cucina. Ed esce anche il triste antipasto. Il polpo è stracotto: Nino non assaggia mai e Cannavacciuolo si domanda come faccia a far uscire cose alla “‘ndo coglio coglio”.

“La verità è che tu non hai più voglia, diciamocelo” gli dice Canna. Nino è fermo alla rabbia del 2009 e Canna lo capisce. Nino va ‘in freva’ anche perché quando Antonino nasceva lui era già cuoco.

Serata e menu anni ’90 per il Davis nella serata di prova, che rivede almeno qualche ospite. E la colonna sonora spazia tra The Rythm of the Night e la versione di Leone Di Lernia, “Ti si mangiate la banana”.

Troppa gente, Nino si distrae in cucina, gli ordini si perdono e io mi distraggo dietro alla colonna sonora. Mo’ tocca a Boys, di Sabrina Salerno

Massimiliano, il figlio di Nino e Tina, è esausto. E sul ménàge di mamma e papà è pronta una versione sboccata e offensiva di Casa Vianello. Piovono insulti in pugliese…

Mamma mia, Tina butta fuori tutto il veleno che ha raccolto nei venti anni di bella vita del marito. Non aspettava altro che il marito cadesse. C’è anche il risentimento per il fatto che è tutto intestato a lei. Insopportabile. E proprio nella serata con lo chef la coppia arriva al punto più basso della loro storia.

Servizio disastroso: il consiglio è ‘Vamos alla playa’.

La missione sembra quasi disperata per lo chef. Bisogna cambiare tutto. A partire dalla testa.

Si riparte dalla strigliata di Cannavacciuolo all’amorevole coppia di sposini.

Il momento è drammatico: Nino confessa di aver pensato al suicidio. Ma Canna gli fa presente come lui ha avuto una seconda possibilità con il Davis. “Tu stai dando ragione ai tuoi soci. Stai rimuginando sul male, ma non ti porta da nessuna parte. Dimostra loro che sei un grande chef. Torna a fare il serio, svegliati presto e vieni qua, tanto ormai c’hai l’età di svegliarti presto. Gira ‘ste foto o portatele a casa, che sennò qui resti solo tu e i fantasmi”.

Seduta di famiglia, senza Nino, per capire come aiutarlo a spezzare il legame con il Drop In. Si raccolgono tutti i cimeli esposti. E la moglie non sta nella pelle.

L’incontro decisivo con Nino e i suoi fantasmi è in un capannone industriale. La famiglia gli si stringe intorno per dimostrargli che si può ricominciare. E i cimeli finiscono in un baule. Come suggeriscono su Twitter, magari Nino ci avrebbe infilato anche la moglie…

La famiglia si sente liberata da un incubo. Nino si vede che sta soffrendo. Le chiavi del baule vengono fuse in una nuova parola: rinascita.

E si riparte dalla cucina: Nino e Tina sono ai fornelli con lo chef per qualche piatto semplice e saporito.

Si passa anche a una bella tagliatella saporita. Chef, sto a stomaco vuoto, eh. Intanto Nino capisce che si può essere ancora grandi chef, anche in una trattoria.

E arriva il momento decisivo del makeover. Ma dopo la pubblicità.

Ed ecco il nuovo Davis. Con tanto di targa all’ingresso del centro sportivo. E anche il dehors adesso ha il suo stile.

E questo è l’interno. Massimiliano è in lacrime, mamma Tina abbraccia lo chef.

Tutti sorridenti. Anche lo chef.

Ecco l’unico quadro che deve stare qui dentro, dice lo chef.

Menu nuovo; pochi piatti, semplici ed efficaci. Datemi il suo baccalà. Tina dice che sono belli. Eh, Tina, ce mancasse!

E’ arrivato il momento della riapertura, sulle note di Let’s get loud… Colonna sonora da lode stasera. Comunque tra gli ospiti c’è anche la figlia di Nino e Tina.

Silenzio in cucina, cortesie tra i coniugi, anche quando Nino fa tre ravioli al posto dei tre gnocchi ordinati. Nino fa casino, comunque. La presenza di Antonino è fondamentale per farlo tornare in sé, nell’Anno di Grazia 2016.

E come ai tempi del Drop In va in sala, su invito di Cannavacciuolo, a prendersi i complimenti. Persino Tina mostra il volto più tenero, stringendosi allo chef.

“Raga’ mi raccomando” dice lo chef che raccoglie i ringraziamenti e gli abbracci di tutti.

“Nella vita tutto si può cambiare, tranne questa parola: ADDIOS!”. E per adesso è un vero ‘addio’ quello di Cannavacciuolo, in attesa di una nuova stagione.