Cucine da Incubo Italia 3, puntata 23 giugno 2015: Cannavacciuolo al Borgo San Lazzaro

Iniziamo a scaldarci: alla nuova puntata di Cucine da Incubo manca poco più di una mezz’oretta.

Terminata la puntata in replica di Grey’s Anatomy (con Shepherd, che nostalgia) pubblicità e Cannavacciuolo.

Staff multietnico in questo locale di Bergamo bassa, di Carlo, che ha iniziato a lavorare con la mamma, ma con molta poca preparazione. E anche poca voglia.

“Quando vado in bici con 130 battiti è come se andassi con la Schiffer” dice Carlo, che pensa alle due ruote e meno al locale, che per lui è un passatempo.

Senza guida, lo staff è allo sbando. Comande perse, piazzaioli che non vanno a lavorare, cucina autogestita dalla povera Ines, francese.

Senza motivazioni, Ines, per quanto brava, pensa a fare tutto in fretta e senza cura.

Locale al centro, mercato vicino: Cannavacciuolo si domanda come mai non funzioni.

“Per stare nella tradizione bergamasca, struzzo e canguro”: Cannavacciuolo si affiderà alla Madonna?

Tagliatelle comprate, cinghiale in scatola: non sanno di nulla. Il verdetto di Cannavacciuolo è senza appello.

“Il canguro? ‘Na chewing gum!” dice Cannavacciuolo. Al femminile, come si usa a Napoli.

E Carlo, il proprietario, arriva con calma. Per la prima volta assaggia lo struzzo anche lui.

Alla polenta con le acciughe Cannavacciuolo fa anche una foto. Talmente è inguardabile.

Cannavacciuolo rimanda tutto in cucina e quando chiede un altro piatto, a piacere dello chef, Ines esce piangendo dalla cucina. Sono le die, il suo turno è finito e le lacrime sono alte. Ci tiene al suo lavoro. Carlo invece sorride. Pensa che sia tutto uno scherzo. E Cannavacciuolo si arrabbia.

Mentre la cameriera si lamenta, Carlo fa il bellissimo con i clienti. “Deve decidere se vuole fare il proprietario o il PR” si domanda la cameriera.

E’ tempo di servizio serale. Cannavacciuolo nasconde il purè precotto. In cucina la chef non assaggia neanche i suoi piatti.

“Non ho mai visto un titolare a cui non frega niente del proprio locale” dice Canna. A vederlo fare lo scemo con le clienti, diciamocelo, gli sale il sangue agli occhi.

“perché un cliente deve tornare?” domanda Canna. Ines: “A lui interessano solo i soldi, non gli interessa cosa mangiano gli ospiti”. E Carlo? “A me piace fare un po’ di conversation…”. No vabbè.

E’ il momento di tirar fuori tutto: lo staff litiga, urla, sfogano rancori. E Carlo? Zitto. E ride. Faccia sveglia.

Dopo la pubblicità è tempo di ristrutturare questo locale, che dice di avere ‘la cucina sempre pronta’. Uhm.

Canna va a prendere Carlo a casa. Lo fa smontare dalla bici e cerca di fargli capire cosa vuol dire fare il ristoratore. Almeno ci prova.

In cucina intanto Ines ha fatto la spesa per preparare allo chef una ricetta a base di polenta di sua invenzione.

Il motto è “Basta buste!”. Cannavacciuolo apprezza la buona volontà. Ha capito la missione.

Allo chef piace e propone di realizzarne un centinaio di porzioni da far assaggiare alla gente di Bergamo.

Intanto Canna manda Carlo a ‘comprare il sale’, ovvero a fare un giro senza sapere dove andare. Come si sente il suo staff. Ma la cosa migliore deve ancora venire…

Carlo viene spedito all’Istituto per Ciechi di Milano dove Marinella lo guida in un’esperienza del tutto al buio. Deve imparare a fidarsi. E deve capire l’importanza della guida…

Intanto il Borgo va in piazza con l’assaggio del piatto di Ines: il pubblico è chiamato a votare, ‘Da Sogno’ o ‘Da Incubo’…. E tutto lo staff ritrova il sorriso e la motivazione.

Nella Black Room dell’Istituto per Ciechi, Carlo deve apparecchiare la tavola per otto. Signore mio, difficilissimo….

E pare che dall’esperienza all’Istituto Carlo abbia capito l’importanza della guida…

Lo staff ritrova sorriso e motivazione. Pronti a una nuova vita. E si riparte dalla cucina: Canna fa lezione a Ines, partendo da una polenta avanzata, da riutilizzare con salsiccia e cime da rapa.

“Un piatto di grande semplicità, ma che parla” dice Ines..

E’ tempo di ristrutturare anche il locale, peraltro aperto nel 1999.

Nuova l’insegna…

… nuovo anche l’interno, con tanto di una postazione di lavoro per Carlo e qualche ‘ruota’ di bici per farlo sentire ‘a casa’.

Ma il momento migliore resta davvero quello del menù. Si torna alla tradizione bergamasca, ma rivisitata dallo Chef.

Un nuovo inizio per il Borgo: è la riapertura e Cannavacciuolo consegna a Carlo un book per raccogliere i commenti degli ospiti.

Ah, ma non avevo notato che lo chef ha fatto fare un quadretto dell’obbrobrio che Ines gli aveva servito il primo giorno.

Vabbè, si ‘finge’ una lite tra una cameriera e Ines per far vedere che Carlo ha ormai la situazione in pugno.

Carlo intanto si becca i complimenti dello chef. Oltre a quello dei clienti, soddisfatti.

Ma quant’è bello l’abbraccio finale dello chef Cannavacciuolo con Ines. Commovente.

“Carlo, hai voluto la bicicletta? E mo’ pedala!… Addiosss!” Cannavacciuolo saluta, in attesa dell’ultima puntata, la prossima settimana.