Italia 1 si fa (ancora) crime, con Csi: New York 8 e Person of interest
Su Italia 1 l’ottava stagione di Csi: New York e Person of interest, la serie tv prodotta da J.J. Abrams in cui una Macchina prevede chi sarà coinvolto in un crimine
Una certezza del palinsesto, che regala soddisfazione sia in replica che in prima tv, ed una novità assoluta per la generalista: questi gli ingredienti della domenica sera di Italia 1 che, questa sera dalle 21:25, manderà in onda l’ottava stagione di “Csi: New York” mentre, alle 22:15, trasmetterà “Person of interest”.
Csi: New York, Mac alle prese col ricordo dell’ 11/9
L’ottava stagione di “Csi: New York”, in onda in America l’anno scorso, parte dal ricordo dell’attentato alle Torri Gemelle. Il protagonista Mac (Gary Sinise), infatti, nel crollo delle Twin Towers ha perso la moglie, evento che ancora oggi condiziona il suo stile di vita.
La prima puntata della serie tv ricorderà l’evento, di cui l’anno scorso si è celebrato il decennale, mettendo Mac alle prese con alcuni ricordi del passato durante un’indagine nella quale sarà occupata la sua squadra, in cui troviamo ancora, tra gli altri, Jo (Sela Ward), Danny (Carmine Giovinazzo) e Lindsay (Anna Belknap).
Person of interest
La serie, in onda in America il venerdì con una media di oltre dieci milioni di telespettatori, si diceva fosse a rischio cancellazione lo scorso inverno. Una voce smentita dallo stesso Sinise via Twitter, anche se il finale di stagione sarebbe potuto sembrare un finale di serie. Poi, fortunatamente per i fan del telefilm, lo show è stato rinnovato per una nona stagione (mentre ad essere cancellata è stato un altro spin-off di “Csi”, “Csi: Miami”).
Person of interest: J.J. Abrams, Nolan vogliono prevenire i crimini
Alle 22:15 parte “Person of interest”, serie tv creata da Jonathan Nolan e prodotta da J.J. Abrams che ha debuttato sulla Cbs lo scorso anno con ottimi ascolti (la media è stata di 14,4 milioni di persone) e che spinge il confine del crime andando nella direzione opposta rispetto a quella finora intrapresa.
Se fino ad ora, infatti, nei polizieschi si è indagato sui crimini già commessi, la serie tv, secondo alcuni ispirata da “Minority Report” (ma qui non c’è fantascienza), ci porta in un mondo dove tutti potremmo essere potenziali criminali.
Finch (Michael Emerson, Ben in “Lost”) ha inventato una Macchina che, su richiesta del Governo, avrebbe dovuto prevenire gli attentati terroristici dopo l’11 settembre. Il lavoro svolto dall’uomo è eccellente, tanto che la sua invenzione è molto più dettagliata di quanto gli fosse stato chiesto, e che riesce a trovare anche i cosiddetti reati “minori”, ovvero furti, omicidi e non solo. Reati a cui il Governo non è così interessato, motivo per cui rifiutano la Macchina.
Il senso di responsabilità di Finch, però, lo porta alla decisione di usarla comunque, cercando di prevenire i reati minori. Questi vengono segnalati sfruttando le moderne tecnologie, come le videocamere di sorveglianza ed i telefoni cellulari, tramite i quali la Macchina fornisce a Finch un numero di previdenza sociale corrispondente ad un nome.
Qui entra in gioco Reese (Jim Caviezel, “The Passion” e “The Prisoner”), ex agente della Cia creduto morto e che vive ai margini della società dopo la scomparsa della fidanzata. La persona perfetta, secondo Finch, per trovare le persone segnalate dalla Macchina ed indagare se si tratti di vittime o di carnefici.
La loro collaborazione non sfuggirà alla Polizia, con la detective Joss Carter (Taraji P. Henson), decisa a rintracciare quel misterioso uomo che le capita di incrociare durante alcune indagini, mentre Lionel Fusco (Kevin Chapman), detective corrotto, sarà minacciato da Reese e costretto a dargli informazioni sulle persone su cui indaga.
Se all’apparenza può sembrare un crime che cambia sì le regole del gioco ma non il risultato, “Person of interest” diventa interessante nel corso della stagione, quando anche i protagonisti non rimarranno semplici strumenti di difesa della giustizia, ma saranno loro stessi al centro di una vicenda, così come conosceremo meglio le origini dei due protagonisti.
Retto da un ottimo cast, “Person of interest” interpreta in chiave crime i dubbi di chi vede nella massiccia presenza di videocamere e mezzi di controllo delle nostre vite ed abitudini una sorta di “Grande Fratello” capace di irrompere nella nostra privacy e determinare azioni che non abbiamo ancora commesso, privandoci di qualsiasi libertà decisionale.
Senza sfociare nell’irreale, la serie mostra anche un quadro contemporaneo in cui gli uomini, di fronte ad una vita difficile e desiderosi di cambiare, possono fare le scelte sbagliate e creare un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili. Su questi due binari si muove lo show, che non dà risposte ma si cala nel contesto dando nuova forma al genere.