CSI da una mano al crimine
Non sono pochi i fans di CSI e dei suoi due spin-off CSI: New York e CSI: Miami. Il telefilm che racconta del lavoro della scientifica di Las Vegas è lo show più seguito in assoluto negli Stati Uniti e anche in Italia ha ottenuto ascolti di tutto rispetto. Il successo è ancora più importante
Non sono pochi i fans di CSI e dei suoi due spin-off CSI: New York e CSI: Miami. Il telefilm che racconta del lavoro della scientifica di Las Vegas è lo show più seguito in assoluto negli Stati Uniti e anche in Italia ha ottenuto ascolti di tutto rispetto. Il successo è ancora più importante perchè parliamo di una serie che ha alle spalle ben 7 stagioni, un’età alla quale di solito gli sceneggiatori di telefilm sono impegnati a rianimare con qualche evento improbabile la trama nella speranza di richiamare l’interesse dei telespettatori ormai annoiati. Non è il caso delle avventure di Grissom e soci: ogni puntata supera ampiamente i 20 milioni di telespettatori, con share da far impallidire qualsiasi fenomeno mediatico, Lost compreso.
L’effetto collaterale di un tale successo pare sia diventato quello di “addestrare” i criminali a coprire le proprie tracce con efficacia cercando di evitare le sofisticate tecniche, mostrate con dovizia di particolari e grande realismo nella serie tv, a disposizione dei detective di tutto il mondo. Almeno stando alle parole dal capo del “DNA service” al dipartimento di criminologia forense inglese Paul Hackett che comunque non sembra particolarmente preoccupato: “tutti lasciano delle tracce e noi siamo in grado di trovarle, è inevitabile“.
Sicuramente il suo ottimismo è fondato, ma di certo il numero di persone che usa nelle conversazioni di tutti i giorni termini da specialistici della scientifica è aumentato parecchio.
Quanti erano a conoscenza dell’esistenza del Luminol fino a 5 anni fa?