Crozza Alive diventa comedy night sulle note della sublime Karima Ammar
Che peccato non aver sottolineato prima l’eccezionale operazione stilistica di Crozza Alive, che si avvia questa sera alle battute finali. Nell’ultima puntata di un’edizione “sopravvissuta” – come denuncia lo stesso titolo – slittata a fine stagione per lasciar spazio al tremendo Barbareschi Sciok, il sottoscritto è rimasto letteralmente estasiato dall’altissima qualità di scrittura dietro questo
Che peccato non aver sottolineato prima l’eccezionale operazione stilistica di Crozza Alive, che si avvia questa sera alle battute finali. Nell’ultima puntata di un’edizione “sopravvissuta” – come denuncia lo stesso titolo – slittata a fine stagione per lasciar spazio al tremendo Barbareschi Sciok, il sottoscritto è rimasto letteralmente estasiato dall’altissima qualità di scrittura dietro questo prodotto.
Finalmente un comico di sinistra come Maurizio Crozza – che ci delizia con la sua copertina in apertura di Ballarò – smentisce che la cattiva satira debba essere per forza brutta e sporca. Crozza Alive si è infatti, inventato, un modo artisticamente sopraffino di coniugare comicità e intrattenimento con il ricorso alla parodia musicale. Il vero valore aggiunto sta nell’eccellente partner femminile scelta quest’anno da Crozza per duettare con lui. Non una ironica, ma mai vera cantante come Ambra, e neanche un’ingombrante collega che è una garanzia nel canto, Paola Cortellesi.
No, Crozza ha scelto Karima. La vincitrice morale di Amici 6 un po’ sulle sue, con la pippa del jazz internazionale e di Burt Bacharach. Ovviamente questo è il pregiudizio che aleggia sul suo conto, prontamente smentito da una performance televisiva meravigliosamente all’altezza di quella canora. Karima è riuscita a guadagnarsi una delle vetrine più elitarie della tv, portandoci la sua voce di qualità in chiave dissacratoria. A beneficiarne è stato, dunque, non solo il suo curriculum, ma il livello del programma, diventato un vero comedy night che fa un baffo al più provinciale e scontato Parla con me. Qui sembra che da un momento all’altro stia per irrompere Ally McBeal e l’intero ufficio legale del piano di sopra.
A Crozza Alive l’orchestra non è solo un pretesto per sparlare di Berlusconi – questa sera mirabilmente dileggiato per i suoi “scherzi telefonici” – ma diventa un ingrediente scenico-narrativo fondamentale per uno spettacolo “bello” da vedere e da sentire, oltre che di contenuto.
In particolare, la Ammar si è esibita questa sera sulle note della meravigliosa Just walk away, contenuta nel suo nuovo album. La sua non è stata la solita marketta un po’ obbligata, ma si è integrata a pieno nella cornice dello show, con tanto di racconto per immagini a farne da supporto. Carla Signoris e Isabella Ferrari apparivano, infatti, sulla scena di un night club, aspettando la fine dell’esibizione per un siparietto a metà tra il recitato e il televisivo. Anche in questo caso la satira non risparmiava nessuno, visto che la Signoris lamentava il fatto che ormai, sull’Espresso, ci scrivono cani e porci. La Ferrari ribatteva dicendo che, per la rubrica alla radio, ha chiesto aiuto a Giuliano Ferrara:
“Mi hanno detto, ma come? Tu regina della sinistra che chiedi aiuto a Ferrara? E’ che lui l’ascoltano tutti, con sta storia che è tanto intelligente…”.
Crozza si innestava sullo sfondo di questo discorso tra donne, chiedendo a Karima la disponibilità per un concerto speciale: l’apertura di un’iniziativa a favore degli operai di Termini Imerese. A condizione, però, “di portarsi come spalla l’amica Whitney Houston”.
Questo solo per rendervi l’idea di una televisione che sa ancora stupire ed essere bella oltre che seria, seppur facendosi rincorrere dietro le retrovie.
