Crociera, Boncompagni, la Brilli… la fine di un’era
Spulciando un interessante blog segnalatoci nella sezione commenti, mi ha letteralmente conquistato la riesumazione di un feticcio d’annata, giustamente definito dall’autore un flop storico. Mi riferisco alla prima e unica puntata di Crociera, un varietà letteralmente naufragato perché faceva acqua da tutte le parti. Come sottolineato sul sito appena citato, Crociera andò in onda su
Spulciando un interessante blog segnalatoci nella sezione commenti, mi ha letteralmente conquistato la riesumazione di un feticcio d’annata, giustamente definito dall’autore un flop storico. Mi riferisco alla prima e unica puntata di Crociera, un varietà letteralmente naufragato perché faceva acqua da tutte le parti.
Come sottolineato sul sito appena citato, Crociera andò in onda su Raidue nel dicembre 1998, riportando un ascolto di 2.162.000 spettatori, con l’8.85% (quando si dice, uno share da infarto per quegli anni, mentre ora la direzione Marano è decisamente vaccinata). Cosa c’è di meglio, allora, di un bel TeleVintage per ricordare il nubifragio catodico che si scatenò sul programma?
Nel giorno dell’insurrezione generale dei vertici Rai per il clamoroso flop fu lo stesso Carlo Freccero ad annunciare la sospensione del programma firmato da Gianni Boncompagni. Il compianto direttore di Raidue, al termine di una giornata scandita da ripetute voci sulle sue imminenti dimissioni (verrebbe da dire, per così poco vista la messa in onda natalizia fuori periodo di garanzia?) dichiarò di essersi sentito tradito nelle attese e molto deluso da Boncompagni, dissociandosi dalla responsabilità di un insuccesso così impietoso:
“Il programma non è quello che mi era stato proposto. Crociera doveva essere un musical, un varietà double face, invece il risultato è stato tutt’altro, nonostante i miei suggerimenti. Boncompagni non ha tenuto conto dei miei suggerimenti, è stato al di sotto delle mie aspettative. E pensare che a Boncompagni avevo dato un ben di Dio di possibilità, battagliando anche all’interno della Rai. Ecco come sono stato ripagato, per questo mi sento tradito da lui, e aggiungo, non è la prima volta”.
Già prima della sospensione di Crociera, l’allor direttore generale della Rai Pier Luigi Celli aveva sparato a zero su Freccero, colpevole del fiasco di critica e di pubblico ma soprattutto di alcune dichiarazioni filosofeggianti sulla televisione e il suo futuro.
“La tv non si misura dalla qualità, perchè la qualità è sempre una sottrazione, è come il pensiero debole: ma inseguendola si rischia di fare una tivù inodore e insapore”,
aveva detto Freccero in un’intervista all’Espresso, sulla scia del suo eterno conflitto interiore tra alto e basso. E questo concetto, accanto al “provo ebbrezza per gli ascolti minimi”, fece sbottare Celli:
“La Rai non può permettersi di pagare un prezzo troppo caro per i capricci del direttore di RaiDue”.
Su Crociera si mosse immediatamente anche il Codacons, che chiese alla Guardia di Finanza un’indagine sui programmi spazzatura realizzati nei cinque anni precedenti e l’immediata sospensione della trasmissione (oltre a un’indagine della Corte dei Conti sui costi di questo programma). Il tutto perchè in una canzoncina si susseguivano le parole cessa e minchia (in confronto, il Grande Fratello avrebbe chiuso i battenti dopo il solo ingresso del palermitano Alfredo).
Prima di lasciarvi a un video esaustivo dello show scovato su Youtube, qualche valutazione a margine.
Crociera ha rappresentato il canto del cigno del nonsense boncompagniano che ha fatto la storia della televisione dalla fine degli anni ’80 al tramonto dei ’90. Quando ancora ci si approcciava alla tv con innocenza, desiderio di evasione, ingenuità e senza uno spirito critico di fondo per la mancanza di una mentalità comparativa. Poi i telespettatori si son fatti più smaliziati, cinici, inclementi e diffidenti. E dell’estro di un pigmalione al di fuori di ogni schema non è rimasto che un ricordo nostalgico. Boncompagni è diventato un evergreen della tv ancor prima del trapasso, si è meritato il titolo di longevo cult-ore del mezzo quando ancora poteva dare un suo contributo.
Se Chiambretti C’è ha rappresentato un suo modesto tentativo di compromesso con il talk show più tradizionale lasciato a discrezione del suo emancipato conduttore (di suo ci ha messo solo le irrinunciabili canzoncine a tempo di playback), il Maramao della Venier, primo segmento dell’inedita struttura-contenitore, ha resistito una sola puntata, di cui ancora ricordiamo l’apertura destabilizzante della conduttrice fintamente sotto-shock e i suoi valletti tirati a lucidi per un coté-gay).
Il papà del lolitismo televisivo dichiarò, allora, di non essere più abituato alla domenica pomeriggio e ai suoi incessanti ritmi. Ma quella fu la dimostrazione che, ormai, anche lui aveva fatto il suo tempo.
E riesumare Crociera, dopo i fasti altrettanto incompresi di Macao, fa l’effetto di un’amarcord da brivido. Al timone della nave affondata c’era Nancy Brilli, che ne sarà rimasta talmente agghiacciata da smettere per questo i panni della primadonna per darsi a una fiction più brutta dell’altra (quasi quasi vorremmo che non avesse mai accettato quella proposta, nella speranza di rivederla conduttrice in un contesto più consono al suo carisma).
Poi, tra gli altri, riconoscerete Biagio Izzo ed Emanuela Panatta, tributo di rito di un Boncompagni che ha sempre ripreso con sé i suoi adepti (lei era una delle stelline di Non è la Rai, lui fu lanciato proprio dal suo Macao e ora è riuscito ad affrancarsi da quel cocente flop con la conduzione di Stasera mi butto).
Non vi resta che godervi lo spettacolo, per commentare insieme le ragioni di un naufragio colossale.