Cristina Parodi voleva lasciare La vita in diretta da due anni. Lo aveva già annunciato Sottovoce…
Cosa si aspetta Cristina Parodi dal futuro tv? Un impegno più leggero. Lo diceva già a Marzullo nel 2015 (in una puntata di Sottovoce appena replicata)
UPDATE: L’intervista andata in onda a Sottovoce nel periodo natalizio era una replica del maggio 2015 (magari la Rai poteva specificarlo in sovrimpressione). La Parodi, a quanto pare, ha da due anni in predicato di lasciare La vita in diretta…
L’addio di Cristina Parodi a La vita in diretta era nell’aria. Alcuni recenti rumors hanno tradito una definitiva ‘stanchezza’ da parte sua, dovuta soprattutto al peso della trasferta settimanale Roma-Bergamo. Eppure una sua ospitata a Sottovoce del maggio 2015 vedeva la giornalista parlare già al passato della sua esperienza nel contenitore pomeridiano:
“Sono arrivata tardi in quest’azienda perché prima c’erano altre opportunità. Sono contenta di essere arrivata adesso con questo tipo di carriera e di maturità. La Vita in diretta è stata un’esperienza bellissima, una stagione entusiasmante. La televisione del pomeriggio mi è sempre piaciuta, farla in Rai tramite un racconto di un romanzo popolare è stata una sfida molto bella. In un programma, rispetto al telegiornale, metti di più di te, c’è la tua partecipazione”.
Quando Marzullo le aveva chiesto lumi sulla sua prossima stagione tv, la Parodi aveva già dato a intendere che avrebbe allentato gli impegni televisivi:
“Il futuro professionale? Vediamo. Io ho già una carriera alle spalle, guardando al futuro spero di poter scegliere delle cose che mi piacciono, ma non è che io sia così drogata di lavoro. L’obiettivo è anche riuscire a lavorare, ma magari un pelino meno, a godermi la famiglia e la mia vita fuori dal lavoro. La vera ansia l’ho avuta quando il Tg5 l’ho lasciato per andare a fare Verissimo, una cosa assolutamente nuova. Mentana temeva che non sarei più tornata a fare il Tg e invece… Lì però avevo 30 anni, era un’altra televisione e io ero un’altra persona”.
Ecco come si definiva allora la Parodi:
“Sono dipinta come una persona perfetta, precisina e noiosa. Secondo me, invece, il bello di una persona sono le imperfezioni. La trasgressione è anche avere un matrimonio che dura 20 anni, non vestire di lattex e usare le fruste. Non è che nella vita 24 ore su 24 sono come appaio in televisione. Sono una persona normale come tutte. Sono una persona dolce, ma anche molto determinata, altrimenti non riesci a fare questo lavoro. Però non sono una che alza la voce, amo comunicare in maniera civile e non urlata”.
Se nella carriera la Parodi ha fatto dei passi più lunghi della gamba è sempre stato su suggerimento di suo marito, l’ex manager tv e oggi sindaco di Bergamo Giorgio Gori:
“Mio marito è uno che adora le sfide e ricominciare, io non sono intraprendente e non amo i cambiamenti. Avrei potuto condurre il Tg5 anche per tutta la vita perché mi piaceva molto… Alla fine però, nel caso di La7, sono contenta di averlo fatto, l’esperienza è stata bellissima, gruppo di lavoro fantastico, purtroppo non è stata fortunata come momento storico della rete che lo ha interrotto prima del tempo. Se non avessi fatto quel cambiamento col Tg5 non sarei arrivata in questa stagione alla Rai. Adesso, guardandomi indietro, son contenta di aver fatto quel salto – all’inizio veramente con grande ansia perché Mediaset è stata la mia casa e stavo benissimo”.
Poi è arrivata La vita in diretta e Cristina è sempre andata fiera di non aver mai abbassato il tiro:
“Per me è stato un inizio importante, sono entrata in punta di piedi in questo studio di Via Teulada, in questa Rai che ho sempre avuto come concorrente. Il fatto oggi di avere un ruolo di servizio pubblico che mi investe mi fa molto onore. Troppa cronaca? E’ una parte fondamentale del racconto, la gente ha interesse a sentire ciò che succede. Bisogna offrire un racconto di quello che accade in maniera che non sia mai morboso e troppo invadente, che sia rispettoso dei telespettatori e delle persone coinvolte. Noi siamo molto attenti a raccontare soprattutto i gialli che riguardano le donne, tenendo viva l’attenzione su questi casi si aiutano anche le indagini. Credo che la Rai debba indirizzare il pubblico facendo delle scelte, è troppo facile dire che il pubblico si accontenta delle cose più scontate. Bisogna puntare più in alto”.
E lei l’ha sempre fatto.