Cristina D’Avena: “Le mie forme sono state un problema. Quando facevo i telefilm dovevo coprirmi”
Cristina D’Avena si confessa a Tintoria: “Mi proposero di indossare un reggiseno che mi stringesse. Ero abbastanza in imbarazzo, ma capivo che le scollature e le forme non erano gradite”
“Essere Cristina D’Avena? E’ stato bello perché un po’ inaspettato. Ho iniziato questo percorso quando non c’erano I talent. La mia voce piacque e iniziò il mio percorso”. Cristina D’Avena si racconta al podcast Tintoria, ricordando i suoi esordi e l’arrivo della popolarità, raggiunta grazie all’interpretazione delle sigle dei cartoni animati. “Non mi ha mai pesato, ho sempre cercato di essere Cristina, e questo mi ha salvato. Canto da più di quarant’anni, il fatto di essere Cristina e non Cristina D’Avena mi ha dato la possibilità di tenere sempre i piedi per terra e di instaurare un rapporto più amichevole col pubblico. Mi piace essere l’amica, c’è questo scambio reciproco con la gente di grande energia”.
L’artista bolognese rivela anche si essere stata soggetta a delle restrizioni sul fronte del look, con alcune parti del fisico che andavano rigorosamente censurate: “Quando facevo i miei telefilm bisognava cercare di coprire. Le mie forme le ho, erano un problema. ‘Devi essere casta e pura’, mi dicevano. Non è che volessi fare chissà che. Mi proposero di indossare un reggiseno che mi stringesse. Ero abbastanza in imbarazzo, ma capivo che le scollature e le forme non erano gradite”.
Immancabile un omaggio ad Alessandra Valeri Manera, storica responsabile della programmazione per ragazzi delle reti Fininvest-Mediaset, scomparsa lo scorso giugno: “Mi ha accompagnata fin da quando avevo 16 anni, la conobbi all’Antoniano. Era una persona severa, ma appena ci conoscemmo scoccò la scintilla, qualcosa di magico. Ci siamo immediatamente volute bene. E’ stata una persona molto esigente, attenta, ma un’amica grande. Mi manca tantissimo”.