Morte Costanzo, Sgarbi lo apprende in diretta: “E’ terribile, mi ha consentito di esistere”
L’annuncio della morte di Maurizio Costanzo arriva mentre Vittorio Sgarbi è ospite a L’Aria che tira: “E’ terribile, ha scoperto una quantità di persone sconosciute”
Un annuncio vissuto in diretta. A L’Aria che tira Myrta Merlino legge la notizia della morte di Maurizio Costanzo mentre è collegata con Vittorio Sgarbi, lanciato in tv proprio al Maurizio Costanzo Show.
Il sottosegretario sta parlando di arte, mentre fuori campo la conduttrice si lascia andare ad una reazione sconfortata: “Noooo, non ci credo, devo dare una brutta notizia”.
Sgarbi si ferma e ascolta la lettura dell’agenzia, per poi lanciarsi in un primissimo commento, sincero ed istintivo: “E’ terribile, è morto nostro padre, l’ideatore di questa televisione con tanti ospiti e con diverse voci. Lui aveva una macchina dove ognuno aveva un ruolo. Questi effetti di imprevisto legati al tipo di incontro hanno consentito a me di esistere. Ogni volta dicevo una cosa che non era quella che lui aveva in mente. La tv è questo, che capiti qualcosa, da lui capitava qualcosa e sono nate tante figure capaci di sorprendere. È stato un personaggio straordinario, indimenticabile”.
Era il 23 ottobre del 1987 e Sgarbi apparve per la prima volta sul palco del Parioli. La prima lite arrivò poco tempo dopo e a raccontarla con gusto, a più riprese, fu lo stesso Costanzo: “Assieme a lui c’era una professoressa che recitò una poesia e mi accorsi che Sgarbi sfogliava una rivista. Quando la signora terminò la lettura, Vianello mi invitò a chiedere a Sgarbi cosa ne pensasse. Rispose che non le era piaciuta, la professoressa a quel punto gli diede dell’asino e lui replicò dandole della stronza”.
Un momento storico, che avrebbe fatto – per paradosso – la fortuna futura del critico d’arte. “Ad un certo punto fu il primo a capire che la televisione non doveva essere come un film che dice cose previste. Mise in piedi una macchina polifonica. Ha scoperto una quantità di persone sconosciute, ha messo insieme la cronaca e la storia. Ha dimostrato con i temi di vita civile e la capacita di far saltare dei luoghi comuni che la tv è lo specchio della vita. Come Funari intendeva che la tv è il luogo dell’imprevisto, l’opoosto del cinema, dove tutto è prevedibile. Aveva i suoi schemi, poi entrava qualcosa che li faceva saltare. In quel momento la tv aveva la sua essenza”.