Così lontani così vicini, Al Bano: “Raccontiamo storie vere evitando il sensazionalismo”
A proposito di Mission, il cantante spiega di essere andato nei campi profughi “da contadino, non da vip”. Quindi spiega perché è saltato lo show che avrebbe dovuto condurre con Umberto Tozzi.
Al Bano Carrisi ha parlato in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo di Così lontani così vicini, l’emotainment di Rai1 di cui è protagonista insieme a Cristina Parodi – con apprezzamento niente male da parte della platea televisiva, dati Auditel alla mano:
Dalla famiglia nasce tutto, ricorda Papa Francesco. E quante ne vedo, di storie laceranti. Tutte vere, peraltro. Parenti che si cercano per una vita, senza trovarsi. Magari non sanno di vivere a cinque chilometri di distanza. Poi grazie alla nostra produzione accade il miracolo.
Quando al cantautore di Cellino San Marco gli si fa notare come sia paradossale che spesso il lieto fine nelle storie raccontate arrivi solo grazie all’intervento della televisione, ecco la risposta, come sempre dai toni retorici e patetici:
Me lo sono chiesto anch’io. Ma la burocrazia può essere assassina, le scartoffie si perdono, vai negli uffici a chiedere e forse non si interessano. Io poi, lo confesso, non sapevo che le adozioni prevedessero il silenzio sulle tue radici. A meno che i nuovi genitori, a tempo debito, non ti illuminino sulle tue radici. Sono vicende toccanti, ma che raccontiamo evitando il sensazionalismo. Mi emoziono man mano che ci entro dentro
Al Bano in merito al programma che avrebbe dovuto condurre affiancato da Umberto Tozzi e Toto Cutugno ha spiegato che “il produttore si era stancato di aspettare” anche perché “Umberto non aveva capito bene di cosa si trattasse”. In ogni caso ci sono già nuovi progetti:
Il mio sogno è uno show televisivo Al Bano-Morandi-Ranieri. Siamo figli della stessa epoca, quella delle battaglie di Canzonissima. Siamo prodotti dal grande proletariato del nord e del sud, con la testa ben piantata sulle spalle. Abbiamo resistito a ogni cambiamento.
Il cantante salentino ha inoltre confermato che non salirà sul palco dell’Ariston quest’anno anche perché “mi dicono che sono sovraesposto”; infine sul discusso Mission:
Sono andato in quei campi del dolore da contadino, non da vip. Lì non mi conosce nessuno. Ho dialogato a gesti, e non mi hanno tirato pietre, come accaduto ad altre troupe. Ho vissuto un’esperienza sconvolgente. In Occidente non arriva quasi nulla della sofferenza dei siriani in fuga. Vedi nelle loro facce la dignità, la sopportazione, la tristezza quotidiana. E ti chiedi perché la lobby delle armi ingrassi sulla pelle di questa povera gente indifesa. Insisto: in ogni Paese del mondo andrebbe istituito un Ministero della Pace. Utopia?