Così amavano, così ameremo: in vista la fiction su Oriana Fallaci, dopo le “famiglie allargate” tv (4)
Sono state annunciate nuove fiction per i prossimi mesi, tra di esse quella dedicata ad Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice. L’ho conosciuta quando ero uno dei collaboratori dell’”Europeo”: una gran donna, sensibile, intelligente, autonoma. Non sarà un personaggio facile da rappresentare. Che la dea fiction ce la mandi buona. Invece di santi, papi, parroci, camorristi,
Sono state annunciate nuove fiction per i prossimi mesi, tra di esse quella dedicata ad Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice. L’ho conosciuta quando ero uno dei collaboratori dell'”Europeo”: una gran donna, sensibile, intelligente, autonoma. Non sarà un personaggio facile da rappresentare. Che la dea fiction ce la mandi buona.
Invece di santi, papi, parroci, camorristi, mafiosi, sciocchi innamorati,donne e uomini perversi tra sesso e denaro, Oriana. Chissà se avrebbe approvato. Vedremo tra un anno.
Nell’attesa le due principali televisioni del nostro paese si osservano e si ispirano a vicenda, ad esempio nel tentativo di schematizzare le “famiglie allargate” con recenti fiction di successo: “I Cesaroni” (Mediaset) e “Tutti pazzi per amore” (Rai). Si somigliano nello stile e nelle trame, puntano a tenere aperto il filone del “prodotto famiglia”, mescolando amori, nozze, separazioni, rapporti, criticità in una disincantata, labile, ovviamente consumistica voglia di chiudere con ciò che non è più, non è facile sostenere.
Con il “prodotto famiglia” si banalizzano e si liquidano tutti i tipi di rapporto, le forme, le verità, le aspirazioni, le diversità che sono il vero patrimonio dell’amore.
E’ in corso una strana iperbole: con le spudorate proposte in cui i sentimenti e i rapporti sono messi nella piazza delle tv, tutti i grandi temi sono impoveriti e resi caricaturali, lontani dalle persone e dei fatti, dalle storie e dalla storia. In questo senso, certi temi o modi di raccontare di un cinema strappalacrime di antica data possono risultare addirittura preferibili. I film di Raffaello Matarazzo degli anni Cinquanta: “Catene”, “Tormento”, “I figli di nessuno”, con soggetti tipici dei feuilleton popolareschi, quei film avevano una qualità narrativa ed estetica superiore, di gran lunga preferibile a quelle delle fiction che grandinano oggi dai canali tv.
La tv italiana era partita altrimenti sul finire degi anni Cinquanta. La Rai aveva compiuto una scelta significativa di umiltà, che riporta al cuore delle scelte delle tv, non sole della Rai, dalla comparsa sullo scenario internazonale del nuovo mezzo bisognoso di argomenti e modi di comunicazione il più possibile immediati. Non si trattava di una necessità solo “tecnica” ma soprattutto di idee e di contenuti, e di suggestioni coinvolgent. La vecchia macchina cinema, sempre più industria,doveva macinare storie, valori, interessi, richiami. E la storia dei film dimostra una vera e propria passione per le grandi eredità narrative, la letteratura innanzi tutto.
In Italia, la Rai fece altrettanto. (4-segue)