Cose da non chiedere, Real Time celebra la Giornata mondiale per la diversità culturale
Una produzione speciale per superare tabù e stereotipi.
Real Time conferma la sua attenzione ai temi sociali confezionando un prodotto ad hoc per la Giornata mondiale per la diversità culturale che si celebra oggi, domenica 21 maggio, e che arriva in prima serata grazie a Cose da non chiedere, in onda alle 21.1o sul canale 31 del DTT.
Cose da non chiedere nasce intorno a un’idea semplice: “L’unico modo per conoscere le persone oggetto di stereotipi è fargli delle domande“. Principio semplice sì, ma non facile da realizzare, visto che si scontra di fronte a tradizioni pregiudiziali difficili da scardinare, che puntellano le relazioni tra le persone che si considerano ‘normali’ e quelle che vengono catalogate come ‘diverse’.
Il progetto è stato sviluppato a partire dal format australiano “You Can’t Ask That” e ha richiesto la partecipazione dei telespettatori, cui è stato chiesto di inviare anonimamente domande ‘scomode’ da girare alle persone che solitamente sono vittime di pregiudizi per il loro aspetto fisico, per le loro scelte sessuali, per la loro religione, per la loro etnia.
In questa prima edizione italiana – prodotta da Toro Media per Discovery Italia – sono stati scelti come protagonisti obesi, persone di bassa statura, immigrati dall’Africa, transgender, persone sulla sedia a rotelle, persone con la sindrome di Down, musulmani, rom. Tutti i partecipanti al programma sono stati selezionati grazie al supporto di associazioni, conoscenze personali, candidature al sito web del programma.
A condurre questo speciale appuntamento c’è il giovane scrittore giovane Giacomo Mazzariol, autore di “Mio fratello rincorre i dinosauri – Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più” (Einaudi), libro ispirato da un video che Giacomo ha pubblicato nel 2015 su YouTube e girato insieme al fratello minore Giovanni, affetto da sindrome di Down. Un’esperienza personale diventata un grimaldello per scardinare alcune dei pessime abitudini di chi categorizza il mondo senza conoscerlo.
Cose da non chiedere, in fondo, ci chiede di tornare bambini, di riaffacciarci al mondo con quella purezza tipica dei più piccoli e senza sovrastrutture culturali e pregiudizi sociali, che ci impediscono di andare in fondo alle cose senza preconcetti. E sono certa che sorrideremo e ci commuoveremo di fronte a domande comuni e risposte sincere.