Cosa prevede l’European Media Freedom Act, la legge a tutela di giornalisti e libertà di stampa
Quali sono i punti principali dell’European Media Freedom Act, la legge europea per proteggere i giornalisti e la libertà di stampa.
Nella giornata di mercoledì 13 marzo 2024 i deputati del Parlamento europeo hanno dato il via libera definitivo alla legge europea per la libertà dei media, il cosiddetto European Media Freedom Act, approvato con 464 voti favorevoli, 92 voti contrari e 65 astensioni, incluse quelle degli eurodeputati di Lega e Fratelli d’Italia.
Il via libera è arrivato al termine di un lungo percorso iniziato nel 2021 con l’obiettivo di delineare un quadro comune per i servizi di media nel mercato interno dell’UE e introdurre una serie di misure per proteggere i giornalisti e i fornitori di servizi di media dalle ingerenze politiche.
La legge europea è partita da una verità che non può essere messa in discussione: tutelare la libertà e il pluralismo dei media quali due dei pilastri principali della democrazia e dello Stato di diritto costituisce un aspetto essenziale per il buon funzionamento del mercato interno dei servizi di media.
“La frammentazione delle norme e degli approcci che caratterizza il mercato dei media nell’Unione incide negativamente, in varia misura, sulle condizioni di esercizio delle attività economiche nel mercato interno da parte dei fornitori di servizi di media in diversi settori, compresi quelli degli audiovisivi, della radio e della stampa, e compromette la loro capacità di operare in modo efficiente a livello transfrontaliero o di stabilire attività in altri Stati membri“, si legge sulle premesse del lungo documento che ha ottenuto il via libera del Parlamento Europeo e che porterà a piccoli e grandi cambiamenti in tutti gli Stati membri, inclusa l’Italia.
Cosa prevede l’European Media Freedom Act?
L’European Media Freedom Act, in vigore il 20esimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. Vediamo i punti principali.
Proteggere il lavoro dei giornalisti
L’obiettivo principale della nuova serie di norme europee è la protezione del lavoro dei giornalisti e per questo, fin dall’articolo 4, viene messo nero su bianco che alle autorità sarà vietato ricorrere ad arresti, sanzioni, perquisizioni, software di sorveglianza intrusivi installati sui dispositivi elettronici e altri metodi coercitivi per fare pressioni su giornalisti e responsabili editoriali e costringerli a rivelare le loro fonti.
Durante i negoziati con il Consiglio, il Parlamento UE ha introdotto forti limitazioni all’uso dei software spia, consentito soltanto caso per caso e previa autorizzazione di un’autorità giudiziaria nell’ambito di indagini su reati gravi punibili con pene detentive. Anche in queste circostanze, però, le persone interessate dovranno essere informate dopo che la sorveglianza è stata effettuata e potranno poi contestarla in tribunale.
Garantire l’indipendenza editoriale dei media pubblici
L’altra grande novità riguarda l’indipendenza editoriale, negli ultimi anni sottoposta a sfide sempre maggiori in tutta l’Unione Europea. Anche in questo caso la premessa contenuta nel testo parla chiaro: in numerosi Stati membri si sono registrati crescenti ingerenze nelle decisioni editoriali dei fornitori di servizi di media, ingerenze che possono essere dirette o indirette, esercitate dallo Stato o da altri soggetti, inclusi autorità pubbliche, funzionari eletti, funzionari amministrativi e personaggi politici.
Per evitare che gli organi di informazione pubblici siano strumentalizzati a scopi politici, l’European Media Freedom Act prevede che i loro dirigenti e membri del consiglio di amministrazione vengano selezionati per un mandato sufficientemente lungo sulla base di procedure trasparenti e non discriminatorie. Non solo. Il licenziamento prima della scadenza del contratto sarà consentito solo nel caso in cui vengano a mancare i requisiti professionali. I finanziamenti destinati ai media pubblici, inoltre, dovranno essere sostenibili e prevedibili e seguire procedure trasparenti e obiettive.
La trasparenza della proprietà: cosa prevede il Media Freedom Act
Se l’indipendenza dei fornitori di media di servizio pubblico è fondamentale durante i periodi elettorali, così da garantire che i cittadini abbiano accesso a informazioni imparziali di qualità, è altrettanto importante che i destinatari dei servizi di media sappiano con certezza chi sta dietro ai media e chi li possiede, in modo da poter individuare e comprendere i potenziali conflitti di interesse.
Anche in questo caso è intervenuta la nuova legge europea. Come? Tutte le testate giornalistiche, dalle più grandi alle più piccole, saranno tenute a pubblicare informazioni sui relativi proprietari all’interno di una banca dati nazionale e a indicare se sono direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato.
Ripartizione equa della pubblicità statale
Stando all’European Media Freedom Act, i media dovranno anche riferire sui fondi che ricevono dalla pubblicità statale e sul sostegno finanziario dello Stato, anche nel caso in cui questi provengano da paesi terzi. I criteri per l’assegnazione di questi fondi a media o piattaforme online dovranno essere pubblici, proporzionati e non discriminatori. Non solo: dovranno essere pubblicate anche informazioni sulle spese pubblicitarie statali, compresi l’importo annuo totale e l’importo per testata.
Proteggere la libertà dei media dalle grandi piattaforme
Gli eurodeputati hanno deciso di introdurre anche un meccanismo che mira a impedire alle piattaforme online di dimensioni molto grandi, come Facebook, Instagram o X, di limitare o rimuovere in modo arbitrario contenuti mediatici indipendenti. Dopo aver distinto i media indipendenti dalle fonti non indipendenti, le piattaforme che intendono adottare misure di questo tipo dovranno informare gli interessati, lasciando loro 24 ore per rispondere.
Soltanto una volta trascorso questo lasso di tempo le piattaforme potranno decidere di limitare o rimuovere i contenuti che non rispettano le loro condizioni. A quel punto i media potranno presentare ricorso presso un organismo per la risoluzione extragiudiziale delle controversie e richiedere il parere del comitato europeo per i servizi di media, un comitato di regolatori nazionali previsto dalla nuova legge.
Il commento di Fiorello: “La politica è fuori dalle tv europee”
All’indomani del via libera del Parlamento UE, tra i primi commenti arrivati c’è stato quello di Fiorello nella consueta rassegna stampa di Viva Rai2!. “Cosa significa? Che finalmente la politica è fuori dalle televisioni europee”, ha riassunto lo showman con la sua solita ironia: “Se alla Rai togli tutta la politica, è finita, ciao a tutti! Voglio vedere se passa questa cosa come si fa. Io potrei essere un vertice Rai, non essendo un politico. Mi sto già facendo i capelli a punta, a vertice Rai”.