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Corsi e ricorsi del vallettume e un’eccezione: la Ciuffini

La storia del vallettume televisivo è contrassegnata da stagioni evolutive come da segni di involuzione. A studiare la fenomenologia del termine valletta è stato persino un illustre linguista come Bruno Migliorini, che non poteva non sottolinearne la stretta derivazione dal sostantivo maschile ‘valletto’, usato per indicare un paggio, garzone o staffiere adibito a una mansione

5 Agosto 2007 13:24

La storia del vallettume televisivo è contrassegnata da stagioni evolutive come da segni di involuzione. A studiare la fenomenologia del termine valletta è stato persino un illustre linguista come Bruno Migliorini, che non poteva non sottolinearne la stretta derivazione dal sostantivo maschile ‘valletto’, usato per indicare un paggio, garzone o staffiere adibito a una mansione servile:

“Felicemente originale è il metodo a cui si è ricorsi nel coniare il nuovo termine di valletta per indicare in alcune trasmissioni televisive la giovane assistente di scena: originale in quanto il termine valletto è ormai quasi arcaico… l’uso del femminile contribuisce a cancellare nella parola quel vago ricordo di servilità che ancora poteva serbare”.

L’immagine della valletta si è andata negli anni modificando, passando dal prototipo Edy Campagnoli, semplice assistente di Mike Bongiorno a Lascia o raddoppia? perfettamente a suo agio nel ruolo di presenza muta, a Sabina Ciuffini, che rivendica tutt’ora sulle pagine di ‘A’ la sua dignità di bellezza pensante. E’ considerata da molti la madre del femminismo catodico, visto che ai tempi del Rischiatutto ha segnato l’emancipazione della donna in tv. Ma, come ci tiene a sottolineare, usando la testa:

“Io andavo alle manifestazioni. Io ero una. Le veline di oggi sono tante. E non a caso. Nel ’72 in Rai arrivò una circolare che chiedeva ai presentatori di non avere più una sola valletta. Non volevano che le ragazze diventassero personaggi: se no acquisti potere. Solo Mike poté continuare a fare di testa sua. E oggi è così che funziona: meglio tante, allo sbaraglio, intercambiabili”.

Dunque, i corsi e i ricorsi della storia riguardano anche l’universo televisivo, visto che adesso staremmo assistendo a una sorta di regressione allo stato brado. E mentre Antonio Ricci continua a insistere sulla funzione provocatoria della velina, nata per sbeffeggiare il mondo della televisione, lo storico autore della tv Enrico Vaime appare più caustico:

“L’evoluzione da valletta a velina è come la muta di una pelliccia di un animale, non è che cambi veramente qualcosa”.

Eppure, al di là delle accuse di trash rimaste pressoché le stesse, qualcosa è cambiato davvero. E forse la soluzione del dilemma va trovata in una dichiarazione di Umberto Brindani, neo-direttore di Sorrisi e Canzoni Tv:

“La palma di precursore del fenomeno delle ballerine non parlanti né pensanti andrebbe a Antonio Ricci, visto che le ragazze Fast Food risalgono al 1983, mentre Indietro Tutta (lo show di Arbore in cui ballavano le ragazze coccodé) è dell’estate 1987. Tuttavia, le ragazze Fast Food, più che prendere in giro un certo modello femminile, sembravano proprio incarnarlo”.

Dunque, tra parodie e business, oche a regola d’arte e redditizi cloni, non sarà che la linea di frontiera stia proprio in Drive In?